LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Ha arbitrato fino a maggio, oggi è dirigente della Ternana. Paolo Tagliavento, 15 anni in Serie A, il Var ha fatto in tempo a conoscerlo in campo.
Tagliavento, il Var è in crisi?
«L’anno scorso è stato un anno di successo. Tante federazioni lo avevano adottato per la prima volta, Germania, Olanda, Portogallo, e tutte avevano avuto molti problemi. Noi li viviamo quest’anno. Ma le problematiche sono fisiologiche, l’eccezionalità è stata l’anno scorso».
Perché crede sia normale?
«È uno stravolgimento della storia arbitrale, e nel momento in cui stravolgi è normale che ci siano incidenti di percorso. È solo un anno e mezzo che lo usiamo. All’inizio anche gli addizionali furono un’introduzione drammatica. Gli errori faranno sì che, tra un altro anno e mezzo, il Var sia quasi perfetto».
Come si spiega l’errore di Rocchi e Fabbri?
«Ho visto l’episodio sul telefonino, quindi molto male. Ma non è così facile vedere qualcosa dal monitor: ci sono paletti del protocollo, e applicarli guardando un’immagine televisiva non è automatico. Tutti noi abbiamo arbitrato per una vita in campo, mentre è poco che ci si è abituati a decidere dalla tv».
Ovviamente le accuse abbondano.
«L’arbitro di Serie A ha un solo desiderio: non sbagliare, soprattutto nelle situazioni che possono alterare il risultato. Avere la soluzione con un mezzo elettronico è manna dal cielo».
E lei che rapporto ha avuto con la tecnologia?
«Io ero uno dei grandissimi scettici del Var: è arrivato nel mio ultimo anno, ho arbitrato senza per 14 anni andando sempre abbastanza bene. Era uno stravolgimento. Ma dopo 45 minuti della prima partita ne ho capito le potenzialità. Sento però molti giudizi di gente che dietro quel monitor non ci è stata mai».
Secondo lei è possibile che qualche arbitro abbia sviluppato una forma di resistenza?
«Più che altro all’inizio c’era qualche dubbio, legittimo: sui tempi d’attesa, ad esempio».
E gli arbitri italiani dobbiamo sempre considerarli i migliori?
«Ho fatto l’ultima partita a maggio, Roma-Juve. Poi dopo 5 mesi in cui ho seguito solo la Lega Pro sono andato a vedere Roma-Real allo stadio. Guardando quei ritmi, mi sono spaventato: io mi trovavo a decidere a quella velocità? Chi arbitra in SerieA, credetemi, è un fuoriclasse a prescindere».