IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Eusebio Di Francesco ha come immagine del suo profilo WhatsApp lo stemma della Roma, non è la prima volta, ma questa è la situazione giusta per riproporla. E' un segnale di appartenenza. Come fosse un messaggio da lanciare all'esterno: questi colori mi sono addosso e me li voglio tenere stretti. Poi bisogna fare i conti con i risultati, con il trend della stagione, con gli infortuni che ti abbattono e non ti mollano mai, con un appuntamento mica male, stasera, contro l'Inter, lanciatissima verso una consolidata posizione Champions. Il futuro è oltre quello stemma, insomma. Stasera c'è la sfida contro Spalletti, un allenatore al quale Di Francesco non si sognerebbe di regalare nulla, specie in questo momento, in cui la Roma vuole sentirsela tutta sua. Con tanto di quel simbolo dentro, finché gli consentiranno di tenerlo. Ma lui ora deve metterci qualcosa di suo, come fin ora ha fatto, e anche qualcosa di più. Ma i mezzi a disposizione vengono meno, uno dietro l'altro. Può motivare bene il gruppo, poi vada come vada.
ELENCO INFINITO - Ora anche Karsdorp è out, ma questo non è più una novità: negli ultimi due mesi e mezzo ha giocato 21 minuti (con il Real), e stavolta è stato fermato da un'infiammazione ad una vecchia cicatrice. Ma ciò che preoccupa di più Eusebio è Under, specie dopo aver dichiarato pubblicamente che stasera scendere in campo da titolare. Cengiz non non sta benissimo, ma Eusebio spera di proporlo nell'undici anti-Inter, più a sinistra che a destra. A destra c'è Florenzi.
L'EQUILIBRIO - Difendere da una parte, attaccare e sorprendere dall'altra. Equilibrio, sempre. Se non c'è Under, tocca a Kluivert. Là davanti c'è Schick, che oggi è il centro di gravità della Roma, perché Dzeko non c'è, guarderà dalla tribuna e farà il tifo per Patrik da qui a a Natale: che dia, il ceco, un segnale di risveglio, che accenda un po' gli occhi e quello sguardo spento, che cominci a segnare, a divertirsi e divertire. Questo dovrà essere il suo percorso emozionale. Di Francesco ha studiato Roma-Inter dello scorso anno, ad oggi una delle migliori partite della sua gestione, ma persa per cinque minuti di follia dopo un rigore negato, che poteva essere il raddoppio (Dzeko aveva segnato l'1-0) e quindi il tutti a casa. L'ha vista e ha ricordato come quella sera la Roma fosse stata molto equilibrata, con Defrel a pressare alto e a dare una mano a Juan Jesus alle sue spalle. Uscito il francese, fine dell'equilibrio: Perisic ha preso il sopravvento. Stavolta o il croato o Keita saranno tenuti d'occhio da quella parte. Appunto, con Florenzi in soccorso.
FLORENZI DOPPIO RUOLO - La catena di destra Santon-Florenzi appare credibile come punto di partenza e di ripartenza. L'idea è inizialmente quella di tenere la difesa a quattro, con l'ex terzino dell'Inter da una parte e Kolarov dall'altra, al centro l'imprescindibile Manolas con Juan Jesus (in vantaggio su Fazio) per contrastare l'implacabilità di Icardi nell'area di rigore (e questo l'anno scorso ha fatto la differenza) e i prevedibili inserimenti di Joao Mario, chiamato a sostituire il vecchio cuore giallorosso Nainggolan. Florenzi, come detto, a disposizione per le due fasce, o davanti a Santon o davanti a Kolarov. Il ruolo, oggi, gli piace poco, preferisce fare il terzino, ma stavolta Di Francesco ha bisogno di un tampone da quella parte. Ecco perché Santon, con lui, a dare equilibrio. Sul triangolo di centrocampo, non ci sono grosse alternative, composto da Nzonzi playmaker, Cristante mediano incursore, Zaniolo trequartista.
OPZIONE A TRE - Di Francesco, provocando un po', ha parlato anche di possibilità di vedere stasera la difesa a tre. In questo caso, ma è più una soluzione in corso d'opera, vedremo l'inserimento del centrale in più (Fazio), con Florenzi, Nzonzi e Cristante al centro, e davanti Schick e Under (o Kluivert). Conta vincere, ma anche non perdere. C'è quello stemma da tenersi stretto.