Il no al razzismo viene anche dall'Europa. Lo firmano l’Uefa e la federazione dei calciatori professionisti (Fifpro). Ma non si tratta solo di una generica e scontata riprovazione nei confronti degli ululati razzisti a Kalidou Koulibaly, piuttosto di una critica compiuta alla gestione dell’emergenza vissuta durante Inter-Napoli. «Uefa e FIFPro sono molto preoccupate per questo inaccettabile incidente razzista si legge nel comunicato diffuso ieri pomeriggio e da quello che sembra essere un mancato rispetto del protocollo antirazzismo ampiamente condiviso in tre fasi». Che poi, facendo due più due, sta a significare: la partita andava sospesa, c’erano le regole per farlo. (…). Il giro di vite antirazzista del calcio fu deciso proprio in sede Uefa con un protocollo, poi «importato» dai diversi Paesi e in particolare anche dall'articolo 62 delle nostre Noif (le norme organizzative della Federazione). Proprio quel pronunciamento in sede europea portò all'inasprimento delle pene peri cori razzisti, poi parzialmente ridimensionato con le cosiddette «esimenti» che consentono una riduzione o un annullamento delle sanzioni in caso di comportamenti virtuosi della società (…).In quella stessa sede, venne fuori la linea dei tre step, indicata al punto 6 della risoluzione del «calcio europeo unito contro il razzismo» approvata all'inizio del 2012: un primo avvertimento con l’annuncio all'altoparlante dello stadio, una sospensione temporanea della partita, il rientro nelle squadre negli spogliatoi delegando poi alla massima autorità dell’ordine pubblico la decisione di interrompere la partita. Nella nota diffusa ieri, Uefa e FifPro, applaudono invece senza se e senza ma le «immediate azioni intraprese dalle autorità calcistiche italiane», i provvedimenti del giudice sportivo che ha punito l’Inter con due partite da disputare a porte chiuse e con la chiusura parziale dello stadio per una terza gara casalinga. (…).Il problema della sospensione delle partite per insulti e cori razzisti sarà comunque affrontato presto in sede italiana con un confronto fra autorità sportive e ministero dell’Interno. (…).
(gasport)