LA REPUBBLICA (F. SALVATORE / G. SCARPA) - Luca Lanzalone, ex presidente Acea, è riuscito a portare all’interno dell’amministrazione a cinque stelle persone a lui vicine e a sfruttare la loro funzione per ottenere incarichi privati per il suo studio legale. A confermarlo sono gli elementi che la procura — nell’ambito dell’inchiesta sullo stadio della Roma — contesta a lui e al commissario straordinario dell’Ipa, l’Istituto di previdenza e assistenza dei dipendenti del Campidoglio, Fabio Serini. Prove schiaccianti che sono valse il processo immediato per i due (compreso il partner di studio di Lanzalone, Luciano Costantini) con prima udienza fissata per il 5 marzo.
I reati sono corruzione in concorso e traffico di influenze illecite: Lanzalone sarebbe intervenuto sulla sindaca Virginia Raggi per far nominare il professore Serini, sua conoscenza a Livorno nell’ambito della procedura di concordato preventivo dell’azienda dei rifiuti toscana, al vertice dell’Ipa. In cambio lo studio Lanzalone avrebbe poi ottenuto due incarichi professionali da parte dello stesso istituto. D’altra parte lo stesso Lanzalone, nelle conversazioni captate dai carabinieri, non ne faceva mistero. « Secondo me — diceva Serini, al tempo già commissario Ipa — una chiacchierata un pochettino strategica andrebbe fatta, non è che ne servono altri cinque, probabilmente un altro annetto sarebbe utile » . Ricevendo come risposta da Lanzalone: «Quando lei (la Raggi, ndr) mi ha chiesto un nominativo, ho segnalato il tuo».
L’avvocato genovese, agli arresti domiciliari dallo scorso giugno, si dovrà difendere anche dalle accuse relative alle consulenze ricevute dal costruttore Luca Parnasi pre snellire l’iter burocratico per la costruzione dello stadio. I pm, inoltre, per le altre 19 persone coinvolte nella maxi-inchiesta, tra cui appunto Parnasi, procederanno con il rito ordinario.
Il 30 ottobre scorso i magistrati hanno chiuso l’indagine. Parnasi, figura apicale dell’associazione a delinquere, secondo il pm Barbara Zuin avrebbe cercato di pilotare le procedure amministrative legate al masterplan del nuovo stadio, approvato, nell’ambito della conferenza dei servizi, nel febbraio dello scorso anno. Un provvedimento che portò, tra l’altro, all’abbattimento del 50 per cento delle cubature rispetto all’ipotesi iniziale. Con il costruttore rischiano di andare a processo per vari profili, tra cui il finanziamento illecito e il traffico di influenze, anche l’ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio di Forza Italia, Adriano Palozzi, l’ex assessore regionale del Pd, Michele Civita e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti.
Nel procedimento principale al costruttore si contesta di essere stato a capo di un sodalizio che ha commesso «una serie di delitti contro la pubblica amministrazione al fine di ottenere provvedimenti amministrativi favorevoli alla realizzazione del nuovo stadio della Roma e di altri progetti imprenditoriali». In questo ambito Parnasi aveva in Lanzalone una referente di primo piano. Gli inquirenti hanno accertato che l’avvocato genovese ha svolto attività illecita non solo nel suo ruolo di consulente di fatto per gli M5s nella trattativa per il nuovo impianto sportivo, ma anche da presidente di Acea. In particolare la procura sostiene che l’asservimento della funzione si traduceva nel rilascio «di informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso, partecipando alla delibera di conferma della dichiarazione di pubblico interesse ed all’intero iter procedurale relativo al nuovo stadio della Roma, interessandosi per l’acquisizione di un immobile presso il Business Park dello stadio ove trasferire la sede Acea».