IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Era forse destino che il suo Sassuolo gli regalasse la tranquillità della quale aveva bisogno. E anche la prestazione che andava cercando. Complice un atteggiamento tattico a dir poco scriteriato di De Zerbi, la Roma si ritrova. Vince per 3-1, conquista tre punti e guadagna altrettante posizioni in classifica. La zona Champions rimane distante 4 lunghezze ma il Milan, ora sesto, è soltanto a -1. Eusebio può tirare un sospiro di sollievo: «Dal punto di vista tecnico penso sia stata la migliore partita della stagione anche se mi scoccia il gol subito nel finale per una questione di mentalità. Siamo però sulla strada giusta. Momento non facile? Ci sarebbero tante cose da dire - ammette sibillino - Al di là di tante chiacchiere non mi è mai mancato il sostegno della società. A Roma si sa che quando mancano i risultati si mette in discussione l'allenatore, ma io mi sento sempre in discussione. Abbiamo vinto una partita e ora dobbiamo dare continuità. Sono a capo di questa squadra e devo essere bravo a dare continuità di risultati e di prestazioni». A partire dalla trasferta di Parma. Vincere anche sabato, allontanerebbe definitivamente le indiscrezioni riguardanti la sua posizione in bilico: «Affronteremo una squadra difficilissima, ostica, che non fa grande possesso ma verticalizza subito innescando gli attaccanti. Non sarà una gara semplice, noi dovremmo interpretarla diversamente da quella contro il Sassuolo che ci ha permesso invece di giocare a viso aperto».
PERLE D'AUTORE - Dopo una serata del genere, impossibile non spendere due parole d'elogio per Schick e Zaniolo: «Patrik ha grande qualità, attacca bene la porta quando ci sono spazi ampi. È stato molto bravo, magari poteva fare anche un gol in più se non si fosse accontentato. Se rimane a gennaio? Non abbiamo parlato di mercato assolutamente, è un ragazzo su cui il club ha investito tanto, ci sono dei percorsi. Qui a Roma sono maestri a osannarti o a buttarti giù. Quando abbiamo venduto Nainggolan all'Inter, ho chiesto ad esempio due giocatori giovani, tra cui Nicolò. Mi voglio prendere questo merito con la società. Ma i giocatori vanno messi in campo. Io lo misi col Real Madrid e tutti mi presero per matto. Per me non esiste la carta d'identità. Con l'Inter non aveva mai fatto una panchina ed ora per noi è diventato una pedina importante, ma deve continuare a lavorare con umiltà». I tre punti regalano anche la voglia di sorridere un po' di più. E così Eusebio racconta un aneddoto accaduto in campo: «Quando Dzeko doveva entrare, è stato carino. Io gli ho detto 'Entra e fai quello che sai fare, cioè il gol' . Lui mi ha risposto 'Meno male che le avevo detto che non stavo bene, ha segnato Patrik'». Perotti, Dzeko, Pastore, a Parma forse si rivedrà Lorenzo Pellegrini in panchina: al netto delle condizioni di Santon e Schick (noie muscolari per entrambi da valutare), Eusebio torna ad assemblare i pezzi di una rosa che non ha quasi mai avuto al completo. «Ed è fondamentale - rimarca l'allenatore - È ovvio che se in una rosa è fondamentale avere a disposizione con continuità sei, sette elementi che ti consentono di avere più scelte, ti cambiano le partite. Non deve essere un alibi, ma ci sono mancati giocatori fondamentali. Speriamo di avere più giocatori a disposizione a partire dalla prossima partita, almeno per poter scegliere», si augura. A proposito di Perotti: «È uno di quei giocatori che ti fa vincere gli uno contro uno, che nel calcio sono fondamentali. Specialmente con le squadre chiuse diventa fondamentale. La fortuna è che piano piano sta ritrovando la condizione ottimale». E ieri s'è vista la differenza di averlo o meno a disposizione.