IL TEMPO (E. MENGHI) - Si dice momento d'oro perché non si sa mai quanto può durare e il prima o il dopo potrebbero deludere, ma forse nessuno s'immaginava di disilludersi così presto. La Roma del poker alla Sampdoria è sparita in due settimane, la sosta conferma l'impatto negativo su una squadra instabile già di suo e ridotta a pezzi dagli infortuni. Non c'è vittoria che tenga, non c'è gol che scacci via i fantasmi. La continuità è un miraggio. Eppure i presupposti per aprire un ciclo diverso e rilanciarsi in campionato si erano intravisti nel successo dell'Olimpico e i protagonisti più attesi avevano confermato i segnali positivi con le rispettive nazionali, Kluivert e Schick si erano meritati la maglia da titolare a Udine, ma di fronte ad una difesa ben piazzata sono tornati nell'ombra e Di Francesco non ha potuto evitar loro il ambio. Il primo ha lasciato il campo visibilmente stizzito, non ha vissuto bene la scelta dell'allenatore e si è accomodato in panchina col broncio. Poco dopo l'ha raggiunto il ceco, sguardo triste e consapevolezza di non aver ripagato la fiducia del tecnico, che gli aveva offerto una grande occasione dopo la rete liberatoria nella sfida da ex e il pallonetto con la Repubblica Ceca celebrato da tutto il mondo, ma gli aveva
chiesto di fare qualcosa di più e invece è di nuovo mancato dal punto di vista dell'atteggiamento.
I nervi tornano in superficie, i volti sconsolati prendono il posto dei sorrisi, Di Francesco si autodefinisce "avvelenato": la Roma è sottosopra un'altra volta e la Champions alle porte è una magra consolazione, anche se offre l'opportunità di qualificarsi agli ottavi, magari da primi della classe. Il problema è l'Europa del futuro, troppo lontana. Risalire è ancora possibile, ma Trigoria è diventata un lazzaretto che fa paura: più di 30 infortuni dalla preparazione estiva ad oggi, la metà sono di natura muscolare e le ricadute hanno costretto a lunghissimi stop tanti "big" come Pastore, Perotti e De Rossi. Gli ultimi a raggiungere l'infermeria sono due giocatori riusciti a spazzar via le critiche di inizio stagione, diventando pilastri della squadra: Olsen e Lorenzo Pellegrini. Il portiere aveva accusato un fastidio al flessore nella rifinitura, non ha superato il provino ieri mattina a Udine e ha concesso l'esordio in giallorosso a Mirante. La speranza è che si sia fermato in tempo per evitare guai seri e torni disponibile per il Real Madrid.
Sembra complicato, invece, il recupero lampo per il trequartista, tra i migliori in campo alla Dacia Arena prima di uscire dolorante al 79': anche per lui risentimento al flessore della coscia destra, oggi alla ripresa (10:45) sarà controllato e poi sottoposto agli esami strumentali di rito. Zaniolo si tiene pronto per il bis coi Blancos: ce l'ha nel destino. Un'eventuale lesione fermerebbe Pellegrini per circa due settimane e sarebbe una grossa perdita per Di Francesco, che si ritroverebbe con il solo baby ex Inter nel ruolo chiave del 4-2-3-1 con cui ha rivoluzionato la Roma quest' anno. In teoria per Pastore, fuori a tempo indeterminato. De Rossi si rivedrà nella prima metà di dicembre, Perotti può farcela per l'Inter, Manolas già martedì. Bisogna rimettere insieme i pezzi.