IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Il momento della verità non riguarda soltanto Di Francesco. È chiaro che il tecnico contro l’Inter si gioca molto ma non è l’unico a Trigoria. Insieme a lui c’è anche qualche giovane che, sfruttando il duplice ko di Dzeko e El Shaarawy, deve lanciare qualche segnale. Il riferimento, nemmeno troppo velato, è al trio Under-Schick-Kluivert. Ieri il centravanti bosniaco e il nazionale azzurro hanno effettuato gli esami strumentali. Se per il Faraone si tratta di una lesione tra il primo e il secondo grado al flessore destro (almeno tre settimane di stop), per Dzeko l’edema sul flessore sinistro ha rimandato ai prossimi giorni nuovi accertamenti. Anche per lui, però, i tempi di recupero dovrebbero essere analoghi, considerando poi che possono variare a seconda delle singole capacità di recupero dell’atleta. Tradotto: il rischio di non vederli fino a Natale è molto alto. Ora quindi tocca a Under, Schick e Kluivert. I tre non rischiano l’esonero come Eusebio ma già domenica potranno continuare quel ciclo caratterizzato dalla continuità, che tanto veniva richiesto per loro. L’attaccante ceco, dopo tanta panchina, è reduce da tre gare
da titolare (Sampdoria, Udinese e Real). L’olandese, considerando che martedì è entrato in campo dopo una ventina di minuti, quasi da quattro (Cska Mosca, Sampdoria, Udinese e Real). Under, invece, non ha mai avuto problemi d’impiego, anche se prima della sfida contro i Blancos, nelle ultime tre uscite era stato schierato in corsa. Dal trio serve un’inversione di tendenza. I numeri sono lì a testimoniarlo: 13 giornate di campionato, due gol in tre. Uno di Schick contro la Sampdoria, un altro di Under contro il Frosinone. Senza scomodare gli attaccanti più importanti della serie A, De Paul e Benassi, un trequartista e una mezzala, hanno segnato cinque reti. Come El Shaarawy che ha le stesse presenze di Under (11) e tre in più di Kluivert (8).
GIÙ LA MASCHERA - Il ciclo delle prossime gare, sino alla fine dell’anno, si trasforma in una possibile rampa di lancio. Perotti, possibile ‘rivale’ nel ruolo, rientra dopo uno stop di due mesi (ultima presenza a Bologna, il 23 settembre) e avrà bisogno di tempo per recuperare e tornare ai suoi livelli. Della serie: gli alibi sono finiti. Per tutti, nessuno escluso. Se la Roma vuole risalire la classifica senza Dzeko ed El Shaarawy (miglior marcatore in campionato), ha bisogno dei gol di Under, Schick e Kluivert. E poco importa se la giovane età induce normalmente alla clemenza e all’attesa. Perché se almeno due dei tre, quando vanno in nazionale lasciano in modo reiterato trapelare disagio per non riuscire a trovare continuità nel club di appartenenza, ora il fato questa opportunità gliela sta regalando. Senza dimenticare che la Roma ambisce ad essere un grande club. Le grandi squadre, però, non si possono permettere di aspettare nessuno. Se c’è una opportunità, va sfruttata. Cutrone (classe ‘98) nel Milan lo ha fatto, tanto da obbligare Gattuso a cambiare modulo per farlo coesistere con Higuain. Altrimenti si diventa un’accademia, dove però anche gli obiettivi finali passano in secondo piano. E per come è strutturata la società giallorossa non può essere così. All’inizio dell’anno due erano i traguardi da tagliare: il primo riguardava il superamento del girone di Champions. L’altro, piazzarsi tra le prime quattro in campionato. Il primo obiettivo è stato centrato. Ora manca il secondo. Dovendo probabilmente fare a meno di Dzeko e El Shaarawy per buona parte del mese di dicembre (dove i giallorossi affronteranno Inter, Cagliari, Genoa, Juventus, Sassuolo e Parma, oltre all’ormai inutile trasferta di Plzen in Champions), serve il contributo di tutti. A partire da Under, Schick e Kluivert.