La qualificazione non è bastata, l’Olimpico ha contestato. La Roma è entrata negli ottavi di Champions con una giornata di anticipo, «pass» ottenuto prima dell’inizio grazie al successo del Viktoria nella gara di Mosca, giocata alle 18.55. Le buone notizie sono finite qui. Il Real si è accaparrato il primo posto del girone, i giallorossi hanno incassato la seconda sconfitta in quattro giorni tra campionato ed Europa. Su Eusebio Di Francesco tira un brutto vento, domenica contro l’Inter l’allenatore si giocherà la panchina: ci è abituato, già l’anno scorso si era trovato sull’orlo dell’esonero e ne era uscito con brillantezza. Ciò non toglie che il momento sia pesante. La Curva Sud, «anestetizzata» in principio dalla passerella di tanti campioni del passato, Totti incluso, e fa un po’ impressione includere l’ex capitano tra le vecchie glorie, la Curva Sud, si diceva, ha poi dato fondo al campionario della contestazione: cori, fischi, inviti al lavoro vero. (...) Mossa dalla motivazione forte del primato nel gruppo, la Roma ha cominciato con più convinzione e si è messa alla ricerca della vittoria che avrebbe azzerato la sconfitta di Udine e placato le tensioni della piazza. Niente di eccezionale, ma niente di meno: pressione superiore, maggior ricerca della metà campo avversaria. Il Real se ne stava accovacciato nei 30-40 metri davanti a Courtois. Non aveva l’obbligo del successo, il pari gli garbava. Real speculativo. Qualche fraseggio, due o tre spunti di Modric. Il Madrid del primo tempo ha vissuto di rendita, ha distillato gocce di grandezza, piccole dosi di Modric e Bale. In generale non si capisce bene quale sia la linea di gioco, ma forse non si comprendeva neppure qualche mese fa. (...) Se si commette il delitto di scialacquare, è matematico che arrivi il castigo della nemesi, tanto più contro il Real, squadra impastata nel cinismo. Il conto per lo spreco dello sciagurato Under è stato presentato subito, neppure il tempo di risistemarsi in tribuna per la ripresa. E come se non bastasse lo 0-1 di Bale è stato offerto da uno sciagurato retropassaggio di testa di Fazio, prova provata della disconnessione mentale dei romanisti. La Roma non c’era più con la testa, garantita com’era dalla certezza degli ottavi a prescindere. Così ha preso forma il raddoppio di Lucas Vazquez su assist di Benzema, così Olsen è stato costretto a tirare fuori il meglio di sé per opporsi ad altri tentativi madridisti. (...)
(gasport)