IL MESSAGGERO (S. RIGGIO) - Quando Nainggolan ha lasciato il campo di Wembley al 44’ del primo tempo, per un affaticamento muscolare, nella sua mente si è subito materializzato il rischio di un possibile forfait all’Olimpico contro la Roma, la sua ex squadra. L’avventura all’Inter non è iniziata benissimo. Il belga non ha mai avuto continuità ed è stato decisivo in pochissime occasioni. Un altro giocatore rispetto a quando indossava la maglia giallorossa, con la quale ha collezionato 203 partite totali (155 in campionato), segnando 33 gol (28 in A), prima di dire addio a Trigoria e sbarcare ad Appiano Gentile. Quello rimediato contro il Tottenham è il terzo infortunio di Nainggolan: in estate si era procurato una distrazione muscolare; il 21 ottobre nel derby contro il Milan si era procurato una distorsione alla caviglia e con gli Spurs è stato costretto a lasciare il posto a Borja Valero per un affaticamento muscolare. Uno stop che farà saltare a Radja il ritorno all’Olimpico per sfidare la Roma. In realtà, Nainggolan sarebbe a rischio anche per la gara del 7 dicembre contro la Juventus. Luciano Spalletti, suo grande estimatore, non può rischiare di perderlo per troppo tempo. Sul calendario è cerchiato di rosso l’11 dicembre. Quel giorno a San Siro l’Inter si giocherà il futuro in Champions. Contro il Psv non basterà vincere: il destino dei nerazzurri dipende da Barcellona-Tottenham, ma resta il fatto che contro gli olandesi i nerazzurri quella gara dovranno comunque vincerla e poi aspettare l’esito del match tra i blaugrana e gli Spurs. Per questo il tecnico di Certaldo non ha nesuna intenzione di fare a meno del belga.
LA POLEMICA DI LAUTARO - Al posto di Nainggolan è in vantaggio Joao Mario. Davanti ci sarà Icardi, a Londra non supportato dalla squadra (in difesa ballottaggio tra de Vrij e Miranda). Lautaro Martinez finirà ancora in panchina. Nonostante la polemica di suo padre, protagonista di un tweet, poi cancellato, contro Spalletti: «Continua così e finirà la tua buona sorte», il messaggio di Mario Martinez, padre del giovane attaccante, preceduto da un insulto che non ha bisogno di traduzioni («cagon»). Il velenoso tweet è stato rimosso dopo meno di mezz’ora, troppo tardi per la velocità del web.