IL TEMPO - Mosca è una città dai due volti. La parte centrale è molto bella, maestosa, organizzatissima; quando la si lascia e si va in direzione di uno degli aeroporti, la vista s'ingrigisce, si notano le tracce di un passato tormentato, forse non troppo passato. La Roma è uguale, ha due volti. Quando è concentrata e tignosa gioca bene, potrebbe giocare molto meglio, ma diciamo che gioca; diversi giocatori si prendono le responsabilità e sono più attenti. Poi a tratti gli si ingrigisce il cervello, diventano indolenti, spesso fastidiosi.
Ecco là che col Cska dopo che nel primo tempo, con un pizzico di cattiveria in più potevi farne tre, rischi di prendere gol in contropiede in vantaggio e con un giocatore in più. Sarebbe stato onestamente un dramma per la classifica. E anche perché se no qualche altra bottiglietta nel settore ce l'avrebbero tirata. Invece abbiamo vinto. Avessero davvero ascoltato il vento del cambiamento lungo la Moscova verso Gorky Park? Con la Samp, un po' meno, ma la stessa cosa. Gol a parte, primo tempo senza idee, chiusi fino al vantaggio, poi incapaci di affondare.
Anche qui hai rischiato che i drammi del passato riaffiorassero; un altro arbitro, il var con l'avrebbe visto, lui sì, incredibilmente sì. Poi, sarà stata la paura, ma la Roma ha iniziato a giocare. I talenti hanno cominciato a fare i talenti e qualcuno sembra abbia voluto dimostrare che quei milioni li vale veramente. Uno speriamo si sia scollato di dosso l'iturbite. Come a ricordarci che siamo la Roma, puntuale come la metro di Mosca, il tradizionale gol dell'ex. Ma va bene così, dovevamo vincere ed abbiamo vinto. Da un lato peccato per la sosta perché si poteva dare continuità, ma meglio così, una bella sosta che sia fatta di tanto allenamento e poche sigarette, spritz e locali perché dopo è dura, durissima, ma fondamentale. Forza Roma.
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