IL TEMPO (E. MENGHI) - Diciamo la verità: senza quel lampo sarebbe stata l'ennesima prestazione da non ricordare. Ma a volte basta un episodio per cambiare la storia di un giocatore e, dopo il tacco nel derby che ha fatto rinascere Pellegrini, potrebbe essere arrivato, finalmente, il riscatto di Schick. Nelle vesti dell’ex è riuscito a sbloccarsi, segnando il primo gol in questa stagione, il quarto in maglia giallorossa, e ha interrotto così un digiuno lungo 197 giorni, diventando il 14esimo marcatore della squadra tra campionato e coppa: non trovava la rete da Roma-Chievo del 28 aprile scorso, finita - caso vuole - 4-1. «Il gol mi è mancato, sono felice di averlo ritrovato, mi aiuta mentalmente. Sono convinto - assicura l'attaccante a fine gara - che se mi sblocco adesso ritroverò la mia qualità. Sento
che mi manca ancora un po’ di condizione, devo accumulare minuti per fare tutta la partita. Devo lavorare e poi sono sicuro che le occasioni arriveranno». Ieri ha retto fino al 68’, poco dopo aver firmato il 2-0 Schick ha fatto una smorfia di dolore e ha guardato la panchina, allarmando Dzeko, si è toccato dietro la coscia destra e ha deciso di provare a restare in campo ma alla fine è uscito tra gli applausi dell’Olimpico. Solo crampi per lui, nessun infortunio muscolare (almeno dalla prima diagnosi) a rovinargli la festa. E partito per la nazionale come da programma, ha tempo fino a giovedì per recuperare in vista della sfida con la Polonia e tra una settimana sarà di nuovo a Trigoria. «Lo stavamo aspettando tutti, anche io», dice Di Francesco quasi scrollandosi di dosso un peso e adesso spera di poter contare su un bomber in più: «Il gol gli darà sicurezza e forza, sono felicissimo per lui perché ha qualità importanti. Avrà anche altre occasioni. E’ solo l’inizio, sta a lui dimostrare di essere più maturo e di non subire l’ambiente». Sfida lanciata al ceco, intrappolato per oltre un anno nel complesso di un cartellino costosissimo. Chi l’ha portato nella capitale, Monchi, non ha mai smesso di credere in lui: «Le voci di prestito fanno sorridere», diceva prima di vederlo segnare, e aggiungendo una parentesi sul suo di futuro: «Smettetela di parlare di un mio addio, non ho alcuna voglia di andarmene». In tribuna è tornato a
sorridere, vedendo la squadra più libera dai problemi che l’hanno fatta piombare in un’inspiegabile crisi di inizio stagione. «La Roma - constata Di Francesco - sta crescendo anche di testa. Se la tecnica e il fisico non sono accompagnate dalla condizione mentale non si va da nessuna parte. Forse è la partita di cui sono più contento, ma non dobbiamo accontentarci: siamo in tempo per rifarci. Ora è il momento di ricaricare le batterie, anche per me che mi sono arrabbiato tantissimo in questo periodo. Potremo far lavorare gli infortunati, perché alla lunga ci serviranno tutti». Magari in futuro sarà utile anche quel Defrel che in blucerchiato sta facendo ciò che in giallorosso non gli è riuscito: «Ha fatto un ottimo gol, ci sono ambienti che ti fanno crescere in maniera diversa». Genova non è Roma e Schick lo sa benissimo.
«Il gol mi è mancato tanto. Mai pensato di andare via»
12/11/2018 alle 15:10.