LEGGO (I. DI GRAZIA) - Con venti indagati a rischio processo per la vicenda dello stadio della ASRoma, la Procura di Roma ha chiuso l'inchiesta Rinascimento. I reati ipotizzati nel procedimento, che lo scorso 13 giugno ha portato a 9 arresti, vanno dall'associazione per delinquere, alla corruzione, al finanziamento illecito. A rischio giudizio l'ex numero uno di Eurnova Luca Parnasi, cinque dei suoi collaboratori, l'ex presidente di Acea Luca Lanzalone, l'ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio ed esponente di Forza Italia Adriano Palozzi, il consigliere regionale del Pd e all'epoca assessore regionale all'Urbanistica Michele Civita, il soprintendente ai beni culturali di Roma Francesco Prosperetti, e il consigliere comunale di Forza Italia Davide Bordoni. Ad aggravarsi è la posizione di Lanzalone, l'avvocato genovese vicino al M5S chiamato dalla sindaca Raggi in qualità di super consulente. L'avvocato genovese, che si trova ancora agli arresti domiciliari e rischia di finire sotto processo per i reati di corruzione e traffico di influenze illecite, finora era finito sotto la lente della Procura capitolina per il suo ruolo di referente di fatto del Campidoglio nella trattativa con la società Eurnova di Parnasi per la costruzione del nuovo impianto sportivo a Tor di Valle.
«Parnasi - stando all'avviso di conclusione delle indagini - prometteva ed erogava in favore di Lanzalone, lucrosi incarichi in favore del suo studio legale come contropartita per lo svolgimento della sua funzione, rilasciando informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso, partecipando alla delibera di conferma della dichiarazione di pubblico interesse e all'intero iter procedurale relative al nuovo stadio della Roma, interessandosi per l'acquisizione di un immobile presso il Business park dello stadio dove trasferire la sede Acea. Parnasi era il capo dell'associazione a delinquere».
Intanto, un nuovo ricorso contro il progetto Tor di Valle è stato depositato dal Codacons al Tar del Lazio, proprio sulla base degli illeciti contestati dalla Procura. La Roma, sottolinea il Codacons, «farebbe meglio a trovare un nuovo sito dove realizzare l'opera, che sia più adatto alla città e più utile a tifosi e cittadini».