IL TEMPO (A. AUSTINI) - Sembrava fatta, sarebbe stata una vittoria pesantissima per classifica e morale, invece prende gol al 90’ e alla fine raccoglie un punto, con la consapevolezza di non meritarne di più. Nel gruppone delle quinte a quota 15, a tre dalla Lazio quarta impegnata oggi con l’Inter (nubifragio permettendo), con la media di un punto e mezzo a partita i giallorossi devono farsi un esame di coscienza dopo un quarto di campionato giocato. Così non si va lontano e non si entra in Champions, finora si son visti
più problemi che pregi. Impietosa la sfida ieri a centrocampo: quelli di Ancelotti andavano al doppio. La foto emblematica del vorrei ma non posso sono i due calci d’angolo battuti a un metro dal traguardo, sull’1-0: Fazio rimane dietro e non va a saltare, la Roma non
ha la forza per andarla a chiudere ma il terrore di prendere gol. Che puntualmente arriva, a punire i limiti di una squadra salvata di nuovo da Olsen (ma non era un bidone?) E il Napoli? Scivola a sei punti dalla Juventus e deve rimproverarsi la scarsa cattiveria sotto porta e un paio di buchi difensivi. Gioca bene, muove la palla velocemente, mette alle corde tutti, dal Liverpool al Psg fino alla Roma, ma così rischia di non arrivare a dama neppure quest’anno. Partita che inizia sei minuti in ritardo, senza il collegamento con la Var tra le risate di Insigne e De Rossi, l’annuncio dello speaker e i fischi del San Paolo. Al 12’ si riaccende la tecnologia, appena in tempo per convalidare la posizione di Under che serve l’assist per il vantaggio di El Shaarawy. Prima e dopo è un assalto all’arma bianca del Napoli, con Olsen che para tutto, due gol azzurri annullati per fuorigioco e le uniche risposte della Roma con Dzeko. Nella ripresa solo Napoli, premiato al 90’ quando è troppo tardi per provare a vincere. Di Francesco torna a casa senza sorrisi, a Firenze la nuova tappa. Ma che non diventi una via Crucis.
Roma, che peccato
29/10/2018 alle 13:25.