IL MESSAGGERO (P. DEL VECCHIO) - Sarà l'argentino Santiago Hernan Solari a prendere le redini del Real Madrid ad interim, mentre l'ipotesi di Antonio Conte nella panchina merengues si raffredda sempre più. Fino a diventare gelida. Era stato dato per sicuro successore di Julen Lopetegui subito dopo la manita letale del 5-1 nel Clasico di Liga contro il Barcellona. Ma, con il passare delle ore, la trattativa con il club di Chamartin è finita su un binario morto. I bene informati giurano che l'offerta formale era stata inviata al ct italiano venerdì, prima della Disfatta Real al Camp Nou, e molto prima dell'esonero di Lopetegui, ufficializzato solo ieri sera dalla giunta della Casa Blanca. Conte era in cima alla lista di Florentino Perez, che l'aveva già puntato quando allenava la Juve, ma inizialmente escluso per evitare conflitti.
SE TELEFONANDO - I due si sarebbero sentiti al telefono non appena Conte è atterrato a Londra. E la conversazione non avrebbe convinto nessuno dei due. La dichiarazione di guerra preventiva del capitano Sergio Ramos «Il rispetto si conquista, non si impone. La gestione dello spogliatoio è più importante della competenza tecnica di un allenatore» ha sorpreso Conte e indotto il presidente a una riflessione. E ha imposto alla Casa Blanca una brusca frenata, soprattutto dopo un ripasso degli ultimi scontri avuti da Conte con vari giocatori del Chelsea. A differenza di Carlo Ancelotti, sempre col sorriso sulle labbra, l'ex tc della nazionale azzurra è considerato un sergente inflessibile, che preferisce la frusta alla persuasione e il cui stile diretto potrebbe andare in rotta di collisione con l'indomabile orgoglio delle star merengue. Senza contare i problemi di Conte a svincolarsi dal Chelsea, deciso a rendergli la vita difficile e a far valere l'accordo di rescissione da 10 milioni di euro, raggiunto quando il club inglese aveva già ingaggiato Maurizio Sarri, l'equivalente al compenso di una stagione, a condizione che non allenasse altre squadre.
IL PROGETTO - Più di tutto, però, avrebbero pesato le sue esigenze di un progetto di lungo termine per i Blancos: almeno due stagioni, a partire da giugno, per pianificare la squadra e darle tempo di adattarsi al suo gioco. Da qui la decisione ai piani alti di Chamartin di rinviare e valutare anche l'opzione di Roberto Martinez, il tecnico del Belgio, dovendo per ora escludere José Mourinho, che resta l'ambizione di Florentino Perez. E di affidare provvisoriamente la panchina all'argentino Solari, il 42enne allenatore del Castilla, la filiale di seconda divisione, grande amico di Zidane. L'esordio già oggi, nell'allenamento previo alla partita di Copa del Rey contro il Melilla.
ULTIMO GIRO DI VALZER - Testa bassa, volto scuro e mani in tasca: un Lopetegui umiliato ha diretto ieri mattina a Valdebebas l'ultimo allenamento, in attesa del secondo licenziamento in 4 mesi. Una storia cominciata male e finita peggio. L'ex ct strappato alla nazionale Roja va via con un'unica partita vinta contro il Viktoria Plzen negli ultimi sei incontri disputati. È il capro espiatorio della Crisi Real, una squadra senza rumbo e intensità, scivolata 9ª in classifica di Liga, 7 punti dietro il Barça. Ma non è l'unico artefice del fracaso. «Chi è il colpevole?», il sondaggio di Marca, che ieri metteva tifosi e lettori d'accordo: il massimo responsabile è Florentino Perez, il presidente che non ha saputo impedire la partenza di Zidane. L'autore del coup de théâtre dell'annuncio dell'ingaggio del ct nazionale, costato a Lopetegui, alla vigilia del mondiale, l'esonero. L'altro, pesantissimo, nel giro di appena cinque mesi.