IL ROMANISTA (V. MULÈ) - Riscatto, ultima spiaggia, uomini veri, fiducia all'allenatore. I tre giorni passati dall'umiliazione di Bologna alla partita di stasera contro il Frosinone sono serviti per passare in rassegna tutto l'armamentario di frasi fatte e banalità. Buone solo per giustificare brutte figure e sconfitte. Poi, però, arriva il campo e, in maniera inesorabile, spazza via retorica e giustificazioni. (...). alla partita di questa sera, la Roma si avvicina con il morale a terra e un clima pesante difficile da spazzare via. Non basta neanche che l'avversario si chiami Frosinone per accendere l'entusiasmo di calciatori e tifosi. Perché, ci si chiede, dovrebbe essere facile sbarazzarsi dei ciociari quando questa squadra non è riuscita a farlo con squadre dello stesso livello, pareggiando in casa con il Chievo e perdendo in casa di quel Bologna che, prima di incrociare la banda Di Francesco, non era riuscito ancora a segnare un gol in campionato? (...) Troppo brutto questo momento per pensare a moduli, a soluzioni tattiche, a gesti tecnici. Prevale la delusione e l'amarezza. Perché la Roma che è scesa in campo in queste prime cinque giornate raramente ha dato l'impressione di volersi giocare la partita. Di volersi divertire. Di migliorare. Ed è veramente incomprensibile, perché la squadra di Di Francesco aveva (ha?) tutte le possibilità per scrivere pagine nuove, belle della storia giallorossa. Un lusso che la Roma non si può più permettere. Ora, la cosa più importante è uscire dalla palude in cui la Roma si è buttata. Ritornare una squadra, che pressa, che corre, che si aiuta. E che esca dal campo a testa alta. (...). La soluzione, però, non può essere la cacciata di Di Francesco (visti anche i nomi che circolano). Perché, se si chiede coerenza alla società, allora questo deve valere per tutti. Non si può criticare la campagna acquisti degli ultimi due anni (...) e poi chiedere la testa del settimo allenatore in sette anni. (...). Di Francesco sia sfrontato, sicuro delle sue scelte, puntando alla vittoria in maniera decisa. Trascinando dietro di sé prima i calciatori e poi i tifosi, che hanno dovuto sopportare anche tre pareggi nelle ultime tre partite interne di campionato. Tocca al mister riprendersi la Roma e sovvertire questo clima da funerale che accompagna la squadra da più di un mese. (...). È ora di reagire, in qualsiasi maniera, con qualsiasi mezzo. Roma e la Roma non meritano tutto questo.