IL ROMANISTA (F. PASTORE) - D'accordo, Robin non sarà mai Batman. Tantomeno Alisson. Probabilmente nemmeno ha velleità di rappresentare supereroi o ex portieri ricordati nelle vesti di eroi. Di paranormale Olsen ha la statura (quantomeno per un calciatore), che sfiora i due metri. Per il resto, para normale. Rigorosamente in due parole. E in fondo è stato scelto per quello da Monchi, quando il ds ha preso atto che il brasiliano aveva dato l'assenso al trasferimento a tutte e tre le big europee che lo cercavano. (...) Adesso che le cose non sono iniziate al meglio, lo svedese è finito suo malgrado nell'occhio del ciclone, con l'accusa di essere lontano dagli standard del suo predecessore. Polemiche riprese perfino nella pacata Svezia, che hanno indotto il numero 1 a disertare l'incontro con la stampa nel ritiro della propria nazionale. Eppure pochi ricordano che anche l'alba dell'avventura giallorossa di Alisson fu costellata di incertezze. (...) Finora a Robin non può essere imputato granché nelle prime giornate. Un'indecisione a Torino poteva costare cara ma non ha influito sul risultato, salvato anzi successivamente in più occasioni. Con l'Atalanta ha qualche responsabilità su uno dei gol, ma in una gara nella quale per un tempo ha subito una sorta di tiro al bersaglio. (...) Dal canto suo ha imparato subito le parole-chiave in italiano utili a comandare la difesa. E pur pagando lo scotto dell'abitudine a un calcio diverso dal nostro, viene segnalato come un professionista serio e disponibile all'apprendimento. Il miglior viatico per respingere attacchi avversari e fuoco (presunto) amico.