IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Di Francesco vince anche il derby e allontana definitivamente i fantasmi che avevano aleggiato sulla sua panchina dopo il ko di Bologna. Lo fa, ritrovando squadra e uomini: «Abbiamo disputato un derby da uomini, era quello che avevo chiesto. Ci attacchiamo a tante cose, anche ai fantasmi, invece dobbiamo continuare con questa applicazione e questo atteggiamento che ci darà tante soddisfazioni. In ritiro abbiamo tirato fuori le paure, le situazioni di difficoltà e il malcontento in alcune situazioni».
IDENTITÀ - Due vittorie in 4 giorni, sono il miglior viatico per la Champions: «Sono molto contento, la predisposizione di tutti di restare corti vuol dire che non abbiamo perso l’identità che ho trasmesso lo scorso anno. I risultati possono anche venire meno, ma in campo voglio vedere una squadra applicata. Ora non dobbiamo fermarci e vincere anche martedì in Europa». L’analisi della gara: «Abbiamo fatto un po’ di fatica all’inizio, soprattutto nei primi 10 minuti dove la Lazio ci pressava alti. Poi siamo venuti fuori alla grande e nell’interpretazione generale siamo stati una squadra tosta. E dopo l’errore di Fazio ero sicuro che anche avremmo avuto l’opportunità per rifargli gol. E così è accaduto». Si coccola lo straordinario Pellegrini («Con il mio integralismo, ogni tanto ho giocato 4-2-3-1 anche a Sassuolo… Lorenzo ha già giocato così, ha le giuste caratteristiche per poterlo fare: corsa e continuità tecnica. Non correndo indietro può essere anche più lucido») e difende Dzeko, apparso molto nervoso: «In alcune situazioni aveva ragione a lamentarsi con i compagni perché poteva essere servito in maniera differente, ma me lo tengo stretto. Deve solo capire che in certi momenti della partita bisogna anche saper soffrire senza pensare a fare gol». Quelli, magari, il bosniaco li avrà conservati per martedì contro il Plzen.