LA REPUBBLICA (L. MONACO) - «Non ci sentiamo in dovere di chiedere scusa a nessuno. Non siamo mai stati contro le donne per partito preso, ma ci sentiamo in diritto di riprendere quelle che alla categoria femminile non fanno fare certo bella figura: ubriache e dimentiche dei figli per un selfie».
Nessun pentimento. Chi si aspettava la nota dai toni misurati, utile a spegnere la polemica scatenata dal volantino " sessista" distribuito in curva Nord nel pre partita di Lazio-Napoli, resterà deluso. Più che un chiarimento è un affondo il comunicato diramato ieri dagli Irriducibili della Lazio. Picchiano duro per uscire dall’angolo. Attaccano a loro volta chi aveva reputato incomprensibile la presa di posizione che voleva le prime dieci file della Nord zona off limits per le ragazze non appartenenti al gruppo.

Dopo l’informativa della Digos recapitata in tribunale, ora anche la procura della Figc, guidata da Giuseppe Pecoraro, ha aperto un’inchiesta per valutare se esistono gli estremi per contestare la violazione all’articolo 11 del Codice di giustizia sportiva: ritiene sanzionabile come illecito disciplinare «qualsiasi atto rechi offesa, anche per motivi di sesso» . Il direttore generale della Figc, Michele Uva, avverte: «Ci saranno sicuramente delle conseguenze di natura disciplinare».

Da tifosa laziale, non si augurava questo suor Paola, «stupefatta» per il contenuto del volantino. Lesa maestà? Gli Irridicibili l’hanno invitata «a risolvere, o quantomeno a denunciare il problema della pedofilia» , recita il comunicato. Stesso discorso per Carolina Morace: l’allenatrice del Milan femminile, rea di aver definito l’avviso «ingiustificabile», è stata sollecitata a preoccuparsi del suo ambiente «che pulito non è».
Ce n’è anche per il capo della comunicazione della Lazio, al quale si consiglia di «informarsi di cosa parla prima di prendere le distanze dagli amici della figlia». Così gli ultrà replicano d’attacco a chi vorrebbe le donne in prima fila anche in curva Nord.