IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) - Una nuova relazione del Ministero dei Trasporti per mettere a fuoco le opere pubbliche sforbiciate dal progetto Tor di Valle. Per capire se, come temono gli esperti del Campidoglio, si rischi il collasso della viabilità in un quadrante di Roma già iper-congestionato. La richiesta di un approfondimento è partita in gran segreto. Dopo la maxi-retata di metà giugno e gli arresti in batteria che hanno squassato il gruppo Parnasi, Virginia Raggi tocca la questione stadio coi guanti. Il gruppo Cinquestelle è sempre più spaccato. Qualcuno, rimangiandosi quanto promesso in campagna elettorale, vorrebbe andare avanti comunque, altri invece inquadrano l'inchiesta della Procura come il segnale che il progetto debba arenarsi, per evitare altri imbarazzi. Nel mezzo la sindaca cerca un difficile equilibrio tra le due anime del Movimento. Raggi ha promesso che d'ora in poi tutto avverrà «nel solco della legalità». Ecco perché sono stati avviati approfondimenti su più direttrici.
IL POLITECNICO - Prima di andare in vacanza in Corsica, la sindaca ha voluto che venisse assegnato a un pool di professori del Politecnico di Torino l'incarico di scandagliare i problemi della viabilità. Tocca valutare se il depennamento del Ponte di Traiano - previsto nel primo progetto e poi sparito dopo il taglio parziale alle cubature record - sia sostenibile per la viabilità intorno al nuovo stadio e al cosiddetto «Ecomostro», il mega-complesso di negozi, uffici e alberghi che ci nascerebbe accanto, il vero core business dell'operazione calcistico-immobiliare sognata da Parnasi.
LE INDAGINI - In parallelo, subito dopo gli arresti, Raggi ha ordinato agli uffici comunali di portare a termine una due diligence su tutti gli atti sfornati dal Comune durante la conferenza dei servizi che a dicembre del 2017 ha avallato il progetto, pur con una sfilza di prescrizioni. Nel mirino dei tecnici sono finiti anche i documenti sugli oneri a carico dei privati firmati da un funzionario del dipartimento Urbanistica che ora è indagato per corruzione. Il dossier scotta e i tecnici comunali, per tutelarsi, vogliono una nuova relazione da parte del Ministero dei Trasporti, per capire se l'impianto delle opere pubbliche, dopo la sforbiciata al ponte e alle altre infrastrutture, sia compatibile con i flussi di traffico in questo quadrante di Roma.
NUOVO VERTICE - Del resto gli uomini di Parnasi nei documenti ufficiali spediti alla conferenza di servizi sostenevano che anche senza il ponte la viabilità avrebbe retto, mentre al telefono, intercettati, ammettevano che senza quel collegamento sul Tevere sarebbe stato «il caos», curandosi però di «non dirlo» ai funzionari pubblici che seguivano la pratica. «Sarà uno schifo, ma lo stadio si farà», diceva invece il tecnico di Palazzo Chigi responsabile del parere dello Stato. Contraddizioni e zone d'ombra su cui ora tocca fare luce. Intanto i nuovi vertici di Eurnova dovrebbero tornare in Campidoglio il 3 o il 6 settembre.