IL MESSAGGERO (C. MOZZETTI / M. ALLEGRI) - «A comunicarmi la volontà dell'amministrazione di Roma per conoscermi al fine della selezione come direttore generale è stato Lanzalone, la domenica per il lunedì». Franco Giampaoletti, dirigente apicale del Campidoglio, convocato in procura in merito all'inchiesta sullo stadio della Roma, ha risposto così agli inquirenti che gli domandavano quali fossero i suoi rapporti con l'ex presidente dell'Acea, Luca Lanzalone, ora agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione e traffico di influenze illecite, e chi avesse fatto il suo nome per la posizione all'interno dell'amministrazione comunale.
L'AMICIZIA A legare Giampaoletti a Lanzalone è un rapporto d'amicizia e professionale nato ai tempi in cui entrambi vivevano e lavoravo nel capoluogo ligure. E che era proseguito anche con il trasferimento a palazzo Senatorio. «Dopo la nomina di Lanzalone in Acea -risponde Giampaoletti - quando lui veniva al Comune, c'incontravamo in ufficio per un saluto». Insieme a discutere di argomenti privati e di progetti urbanistici. «Con lui risponde Giampaoletti ho un buon rapporto di amicizia. Lo conosco dai tempi di Genova, dove abbiamo collaborato per delle vicende di specifico rilievo».
All'epoca Lanzalone «era consulente a titolo gratuito nominato dal sindaco Doria», ripercorre ancora il direttore generale del Campidoglio, che invece dal 2015 al 2016 ha rivestito per il Comune genovese lo stesso incarico affidatogli dall'amministrazione di Virginia Raggi. Un tandem in realtà se si guarda poi ai ruoli che entrambi hanno replicato a Roma. Anche Lanzalone ha esportato nella Capitale la sua precedente attività. Giampaoletti non ne fa mistero: «Era un consulente a titolo gratuito del Comune e della sindaca con specifico riguardo a profili giuridici, occupandosi in particolar modo del dossier stadio. Ha supportato l'amministrazione comunale anche in alcuni incontri con le parti private proponenti». Nel dettaglio, l'ex presidente dell'Acea ha preso parte a tutta una serie di riunioni con i rappresentanti del gruppo Parnasi e dell'As Roma a cui anche Giampaoletti non si è sottratto, mettendo a disposizione secondo quanto aggiunto in un altro colloquio da Mauro Baldissoni, direttore generale della As Roma il suo ufficio a palazzo Senatorio lo scorso maggio.
LE RIUNIONI Da quello che emerge durante il colloquio con gli inquirenti, Giampaoletti mostrava interesse per la vicenda Tor di Valle e si adoperava per organizzare incontri ad hoc su volere delle parti. «C'è stata una riunione nel maggio scorso - aggiunge Giampaoletti - alla mia presenza, di Baldissoni e dei rappresentanti di Eurnova. È possibile mi sia stata trasmessa la preoccupazione di As Roma sui tempi dello stadio da parte di Lanzalone». Di quell'incontro Giampaoletti secondo quanto dichiarato ancora da Baldissoni avrebbe riferito i dettagli all'ex presidente della multiutility comunale. «Interloquivo con Lanzalone - conclude il direttore generale del Campidoglio - in ordine allo stadio e di altre questioni professionali e non anche nel contesto di una relazione amicale». Non erano poche le persone che Lanzalone salutava in Campidoglio, che sentiva al telefono, che incrociava per un caffè. Figure non marginali, al contrario: dal segretario generale del Campidoglio, Pier Paolo Mileti al responsabile del Bilancio, Gianni Lemmetti con cui ha lavorato a Livorno ai tempi del concordato per l'Aamps, l'azienda pubblica di rifiuti. «Quando io sono arrivato Lanzalone era già qui - ha spiegato Lemmetti a Il Messaggero -aveva un ruolo importante che era sotto gli occhi di tutti».