L’onda lunga della vicenda stadio investe innanzitutto la Roma e i suoi tifosi. Per questo, oltre alla magistratura, ciò che conta è il pensiero di James Pallotta. Il presidente è stato il primo motore della vicenda stadio e ieri era comprensibilmente colpito dagli sviluppi giudiziari. (...) “Siamo rattristati e costernati dalle notizie e dagli arresti – ha scritto ieri il presidente dopo aver incontrato il d.g. Baldissoni e inquadrato in toto la vicenda –. Come categoricamente affermato dalla Procura, la Roma non c’entra nulla. Inoltre, contrariamente a quanto riportato da alcuni, gli arresti non coinvolgono chi si occuperà della costruzione dello stadio e non hanno nulla a che vedere con la realizzazione dello stadio e del polo di intrattenimento circostante. Ora ci aspettiamo che il progetto venga portato avanti, senza significativi ritardi”. (...) “Vendere? Non l’ho mai detto. Solo in caso di ritardi, ma non vedo perché debbano esserci, visto che la Roma non ha fatto niente di male (infatti il titolo ha perso solo 0.57%, ndr). Certo, se il progetto si fermasse, allora dovrete venirmi a trovare a Boston. Però non capisco perché il progetto debba bloccarsi.. Tutti vogliono lo stadio. Ogni cosa doveva essere trasparente, il sindaco Raggi ha detto che sarebbe andato tutto o.k. e così è stato. Non dovremmo avere problemi. Parnasi? Non l’ho sentito. Non credo che abbia il cellulare in galera” (...)
(gasport)