IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Una notte come quella che la Roma si appresta a vivere contro il Liverpool, negli anni 80'-90 veniva definita semplicemente «una serata da romanisti». Al di là della posta in palio - un ottavo di finale di coppa Uefa o una finale di coppa di Campioni - l'importante era esserci. Poter dire, «Io c'ero», superava qualsiasi cosa. Chissà quanti di quei ventenni-trentenni dell'epoca, ora quarantenni o cinquantenni saranno allo stadio per tentare l'ennesima impresa. Come quella riuscita poche settimane fa con il Barcellona che, non solo in Italia, ha fatto gridare al miracolo. Inutile girarci intorno: ne serve un altro. Forse ancora più grande rispetto a quello riuscito con i marziani catalani, considerando le caratteristiche tecniche della squadra di Klopp, nata - con quei tre contropiedisti - per far male alla Roma.
NOTTI MAGICHE - Stadio pieno, fibrillazione, passione e tensione alle stelle, con uno sguardo al passato. Per la trentacinquesima volta nella storia delle coppe europee, la Roma ci riprova. Lo farà in uno scenario da mille e una notte, con ogni settore gremito, la Curva Sud che da giorni si prepara all'evento con la voglia di accompagnare Dzeko e compagni in un'altra serata da sogno. Soltanto 9 volte volte i giallorossi sono riusciti a ribaltare il risultato negativo dell'andata. La prima contro gli svedesi dell'Osters (Coppa Uefa 1975-76: 0-1, 2-0), l'ultima - prima del doppio exploit di Di Francesco con Shakhtar e Barcellona - con Fabio Capello in panchina nella stagione 2004-05. La Roma perde in Turchia per 1-0 contro il Gaziantepspor ma poi all'Olimpico vince per 2-0 e approda così agli ottavi di finale della Coppa Uefa. Le rimonte più belle, però, sono a cavallo tra gli anni 80' e 90'. Indimenticabili quelle in coppa Uefa contro il Colonia (1982-83: 0-1 all'andata, 2-0 al ritorno), il Partizan nel 1988-89 ( 2-4 all'andata e successo per 2-0 all'Olimpico) e il Norimberga (1988-89: sconfitta casalinga 1-2 ma vittoria in Germania per 3-1 con l'acuto di Renato, poi espulso nei tempi supplementari). Leggendaria quella che vide nella semifinale di Coppa Campioni del 1983-84 recuperare due gol al Dundee United, con la doppietta di Pruzzo e il rigore di Di Bartolomei. Per pathos e numeri non è stata da meno quella recente contro il Barcellona, con l'urlo di Manolas a far calare il sipario sulle velleità di triplete del Barcellona di Messi e Suarez. Ma non va dimenticato nemmeno quanto è accaduto a marzo contro lo Shakhtar: partita difficile, scorbutica, risolta da un gioiello di Dzeko, utile per sovvertire il sofferto ko (1-2) dell'andata, dove rimarrà impressa a lungo la foto del piede di Peres, da terra, a evitare in pieno recupero l'1-3.
LE DELUSIONI - A loro modo uniche, sono rimaste a distanza di anni e/o decenni, anche notti che hanno accompagnato delle grandissime delusioni, mai dimenticate. Partendo a ritroso, la vittoria 1-0 (gol di Rizzitelli) nella finale di ritorno di Coppa Uefa contro l'Inter nel 1990-91 che non servì però a ribaltare lo 0-2 dell'andata. Il successo per 3-1 contro lo Slavia Praga, arrivato dopo che il gol del 3-0 di Giannini aveva regalato l'illusione dell'impresa, spenta dal tiraccio di Vavra. Impossibile dimenticare anche la beffa ai rigori contro l'Arsenal nel 2009 con Tonetto impietrito nel vedere il suo tiro finire sulla pista d'atletica. In panchina c'era Spalletti. E Lucio c'era anche contro il Lione lo scorso anno: il 2-4 dell'andata lasciava aperta più di una speranza. La Roma invece si fermò al 2-1. Stavolta di speranze ce ne sono poche. Molto poche. E forse, conoscendo la Roma - mai abbonata alle cose semplici - è meglio così.