IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «È la rivale più pericolosa». Allegri lo ha ripetuto più volte, e non a caso, in questa stagione. Poi ha smesso, ma solo perché, all'inizio del 2018, la Roma si è fermata sul più bello in campionato. L'allenatore bianconero, pur sorpreso dalla frenata, non ha mai rinnegato però quell'investitura. Spinta da una doppia motivazione: 1) la qualità di 14-15 giocatori della rosa giallorossa; 2) lo spessore tecnico-tattico di Di Francesco. Max, a guardare la classifica della serie A, ha sbagliato la previsione. In Europa no: Eusebio, in Champions, è arrivato fino alla semifinale, andando più avanti di lui, uscito di scena ai quarti.
INCROCIO DECISIVO Domenica sera si riparte da quella frase del tecnico che, vinta la quarta Coppa Italia di fila, si prepara anche al quarto double consecutivo. All'Olimpico può festeggiare il 4° scudetto con la Juve, stesso campo e stessa avversaria del suo 1°, il 7 maggio del 2011, con il Milan, però. Bastò il pari (0-0) per aggiudicarsi il titolo con 2 turni d'anticipo. E con 1 punto sarebbe campione anche stavolta. Risultato che va bene pure a Di Francesco per avere la certezza di partecipare anche alla nuova Champions. «La rivale più pericolosa», però, si vuole confermare tale. Ci tiene Eusebio, nella notte del suo 50° match sulla panchina giallorossa, per non smentire Max e per riaffermare la sua Idea che non contempla mai di accontentarsi prima di scendere in campo. E per salutare come si deve i tifosi che, dopo l'avventura straordinaria in Europa, vogliono il successo sulla Grande Nemica di sempre (anche se le società sono in sintonia nella politica sportiva). Se lo aspettano dall'allenatore, a cui riconoscono di essere stato l'artefice del risveglio del senso di appartenenza al club.
MEZZA STAGIONE «La rivale più pericolosa» in 19 match ha lasciato per strada 16 punti. Prima dello scontro diretto del 23 dicembre allo Stadium, la classifica era più coinvolgente: la Roma al 4° posto, a 2 punti dalla Juve seconda e a 3 dal Napoli leader. Dal possibile sorpasso all'uscita di scena dalla corsa scudetto: bastò la rete dell'ex Benatia, da sommare al gol che si pappò Schick, ex in fin dei conti pure lui (il club bianconero lo scartò in estate dopo le visite mediche), calciando addosso a Szczesny, altro ex, nel finale del match. Ora i giallorossi sono lontani dalla vetta 18 punti. Il gap attuale è stato certificato dal rendimento all'Olimpico: 6 ko e 1 pari. Solo 35 punti raccolti in casa in 18 partite (38 fuori, sempre in 18 gare: l'unico ko resta quello di Torino).
RETROSCENA CURIOSO Non si sa e Allegri lascerà la Juve dopo il 20 maggio. Di sicuro un anno fa, dopo la finale di Cardiff, è stato vicino a dire addio. E la Juve pensò proprio a Di Francesco, studiato e promosso da tecnico del Sassuolo. Ma già fedele alla Roma, pure prima di firmare. Adesso la situazione non è diversa. E così, per non far cadere Eusebio in tentazione, Pallotta gli rinnoverà (e adeguerà) il contratto. Del resto pure Max, parlando con i dirigenti bianconeri, ha spesso fatto il nome dell'allenatore della «rivale più pericolosa». Quasi scegliendosi l'erede e sapendo che il management degli Agnelli preferisce affidare comunque la panchina a un italiano. E soprattutto ricordando il suo ultimo esonero, il 12 gennaio del 2014: Sassuolo-Milan 4-3, poker di Berardi, all'epoca controllato dalla Juve e pupillo, oggi come ieri, del mister della Roma.
Roma-Juventus: punto d'intesa
11/05/2018 alle 13:22.