Ore contate per Mediapro

23/05/2018 alle 13:02.
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IL MESSAGGERO (E. BERNARDINI/S. RIGGIO) - Una notte per provare a trovare intese e tessere la trama definitiva. Lo scontro della Lega, spaccata più che mai in tema di diritti tv, questa mattina (appuntamento ore 8,15 in via Rosellini) quasi sicuramente vedrà comparire la parola fine. Quella che non si è riuscito ad avere ieri nelle 5 ore di assemblea. Una riunione dai toni accesi e aspri. Tutto sospeso, per ora si va avanti con Mediapro. Questione di ore. Il tempo che venga emesso il parere legale del professor Toffoletto richiesto dalla Lega stessa in merito all'inadempienza del gruppo guidato da Roures. Visto che per due volte non ha provveduto alla fideiussione è quasi scontato che Mediapro venga definita inadempiente. Una sorta di via libera al voto di questa mattina.

GALEOTTO FU IL CHIEVO - Votazione fallita ieri sera. Galeotto fu il Chievo. Ma cosa è successo? Due i giudizi espressi dai presidenti della Serie A. Approvata con 14 voti su 17 (non votavano le 3 retrocesse) una delibera in cui sono state definite insufficienti le garanzie portate dai catalani. A quel punto si è deciso di esprimere un parere sulla risoluzione immediata o meno del contratto con l'intermediario indipendente. Non è passata per un voto, quello contrario del Chievo. Il risultato è stato di 11 su 17 (fra queste , Samp, Roma). Delle sei, 3 astenuti (Udinese, Cagliari e Torino) e 2 assenti (Milan e Lazio). La giornata è iniziata con il numero uno Roures a cui è stata concessa parola all'inizio dell'Assemblea per chiarire la propria posizione. Occasione persa tanto che è stato immediatamente allontanato. Il commissario Malagò ha preso la parola rivolgendosi così ai club: «Fidatevi di me, arriveranno i soldi», garantendo un miliardo in arrivo da Sky e Perform. Possibile che abbia avuto rassicurazioni scritte. Il presidente Micciché ha prima tenuto un discorso dai toni forti, in un secondo momento ha lasciato l'incontro in disaccordo con i club. Il fondatore di Mediapro ha seguito lo svolgimento della riunione dal terzo piano partecipando con l'invio di mail. Lettere che hanno interrotto e creato malumori per ben tre volte. In una di queste si chiedevano altri 10 giorni di tempo per versare i 186 milioni visto che si trattava di una delibera del consiglio.

NO AL CANALE - Niente da fare. A quel punto il tentativo disperato di insistere ancora con il canale della Lega. Anche qui niente da fare con Micciché che continuava a spiegare che non ci sarebbero tempi sufficienti per mettere in piedi la struttura. Amareggiato il commissario Malagò che alla fine dell'Assemblea ha commentato: «Sto facendo delle riflessioni sul mio mandato. Quali? Sono qui dai primi di marzo e siamo al 22 maggio. Passi avanti ci sono stati su tutto, ma il tema dei diritti tv il commissario della Lega non l'avrebbe dovuto affrontare».

GOVERNANCE - L'ordine del giorno era stato stravolto fin dall'inizio, una ventina di minuti dopo le 16, orario della convocazione dell'assemblea. Al quarto piano i presidenti dei club hanno iniziato con il tema della governance. Il risultato non è stato a larga maggioranza, ma sta di fatto che Marco Brunelli (attuale della Lega serie A) è stato eletto amministratore delegato ad interim con 12 voti su 20 (hanno votato anche le tre retrocesse, Crotone, Verona, Benevento), in attesa che sia individuato il manager a cui affidare l'incarico esecutivo previsto dal nuovo statuto. Una mancata unanimità che non ha di certo fatto piacere allo stesso Brunelli. Inoltre, l'assemblea, con 14 voti, ha nominato consigliere indipendente Maurizio Casasco, presidente della Federazione medico sportiva italiana.