LEGGO (F. BALZANI) - El Shaarawy ha provato in tutti i modi a rivendicare il trono di Faraone e per una sera c'era (quasi) riuscito. Ma alla fine ad aggiudicarsi la finale è stato Momo Salah. Il re di Anfield, l'ex più temuto che per una sera ha avuto il cuore morbido senza girare il coltello nella piaga di una difesa brava ad arginare lui, ma un po' meno i suoi compagni. All'andata Momo aveva alimentato i (tanti) rimpianti per una cessione che porterà nelle casse della Roma, tra bonus maturati e quant'altro, appena 50 milioni. Oggi l'egiziano ne vale almeno tre volte tanto. L'accoglienza non è di certo da ex amato nonostante la mancata doppia esultanza dell'andata: fischi a più non posso quando viene letto il suo nome sul tabellone, e qualche insulto dalle tribune. Poi però c'è rispetto reciproco se si escludono un paio di randellate di Kolarov e Manolas tanto per ricordargli che all'andato nessuno ha dimenticato lo sgarbo. Ora Salah si giocherà una Champions League, il sogno di ogni bambino. E a Kiev c'è in ballo pure un pezzo di Pallone d'Oro nella sfida a Cristiano Ronaldo, con un Mondiale alle porte che di certo però non vede l'Egitto tra le favorite. Decisiva quindi potrebbe essere proprio la finale del 26 maggio. Al termine della partita Momo Salah ha abbracciato tutti, cercando di rincuorare gli amici dopo averli feriti al petto una settimana fa. Dzeko e compagni gli hanno fatto un sincero un bocca al lupo per la finale contro il Real Madrid, senza però nascondere l'amaro in bocca di un sogno svanito sul più bello. Il digiuno di ieri sera non oscura i numeri impressionanti di Salah: 43 gol in 48 partite, 11 in 13 gare di Champions. Alla fine Salah ha festeggiato in un Olimpico in cui da romanista ha avuto poche gioie. E' corso sotto il settore ospiti, a prendersi il giusto tributo e a cantare You 'll never walk alone mentre il resto del suo ex stadio applaudiva i giallorossi per una partita comunque storica. La Roma ha poi dedicato un post a Salah facendogli gli auguri per la finale. I commenti dei tifosi però sono stati duri.