IL MESSSAGGERO (E. BERNARDINI - S. RIGGIO) - Tutto da rifare. La palla dei diritti tv viene ributtata al centro e ora bisognerà capire chi la prenderà. Ieri mattina, come annunciato, il tribunale di Milano ha emesso la sua sentenza confermando, come prevedibile, la sospensione del bando per i diritti 2018-2021 della Serie A fatto da Mediapro, accogliendo le istanze di Sky. Il Presidente della Sezione Imprese del Tribunale di Milano, Claudio Marangoni ha stabilito che il bando va annullato in quanto non correttamente formulato e soprattutto perché avrebbe riscontrato «un abuso di posizione dominante». Violati, dunque, i principi dell'Antitrust. I pacchetti preconfezionati della durata, ritenuta ampia, di 270 minuti (con telecronaca, interviste e pubblicità), limiterebbero la libertà degli operatori che dovrebbero pagare di più per gestire autonomamente quegli spazi, acquistando pacchetti accessori. Le partite chiavi in mano implicano una forma di responsabilità editoriale da parte di Mediapro che per il giudice deve esulare però dall'attività di intermediario indipendente. Inoltre il bando era stato fatto senza cifre minime, mai successo in passato. Il tribunale ha di fatto inibito Mediapro (condannata anche al pagamento delle spese legali per un importo di 15.600 euro) a proseguire la gara con il bando già formulato. Ora l'agenzia catalana ha 15 giorni per presentare reclamo.
«PRONTI ALL'OFFERTA» Un punto importante messo a segno da Sky soprattutto perché in questo modo è stato posto un paletto molto importante da cui far ripartire una partita ancora tutta da giocare. Da Santa Giulia hanno fatto sapere che «la decisione del Tribunale di Milano ha confermato che era necessaria una verifica dell' aderenza del bando di Mediapro alle leggi italiane, facendo chiarezza a beneficio di tutti i partecipanti e creando i presupposti per la definizione della procedura di assegnazione dei diritti 2018-21 della serie A. Noi siamo pronti come sempre a fare la nostra parte con un'importante offerta che possa dare certezza a tutti gli appassionati e allo stesso tempo garantire il futuro dei club e di tutto il sistema calcio».
LE PREOCCUPAZIONI Il futuro dei club è il tema dominante di questa battaglia. Non è un mistero che di questo periodo le medio-piccole erano già in fila in banca per scontare i proventi dei diritti televisivi. Molti sono in fermento, arrabbiati, preoccupati. Qualcuno teme per l'iscrizione al prossimo campionato e per questo avrebbe chiesto anche di convocare un'assemblea straordinaria prima del 22 maggio. Ieri i telefoni di Mediapro hanno cominciato a trillare all'impazzata. Gli spagnoli, da parte loro, hanno cercato di tranquillizzare gli interlocutori ribadendo la volontà di «sostenere i club con responsabilità», arrivando però a creare quello che era il loro progetto iniziale: il canale della Lega. «La scadenza del 22 maggio per la presentazione della fideiussione da parte di Mediapro vale ancora, oggi più che mai» ha tuonato Giovanni Malagò, presidente Coni e commissario della Lega di A. Un ultimatum che rischia di avere forza minima visto che non è stata prevista la clausola di risoluzione immediata del contratto in caso di mancata fideiussione. Sky e Mediapro hanno iniziato a parlarsi ma le posizioni, seppur ammorbidite, restano distanti. Un ruolo importante nella mediazione potrebbero averlo proprio Malagò e il neo numero uno di Lega Gaetano Micciché.
Il calcio va allo sbando. Si ricomincia
10/05/2018 alle 13:08.