IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Voleva la competizione, anche alla fine. Anche se la partita contava poco e niente e che anche con zero punti la sua Roma poteva restare terza in classifica. Invece prestazione attenta, anche se i ritmi non sono stati frenetici. Alla fine è arrivata la vittoria di misura contro il suo Sassuolo, ed ennesima gara senza subire gol. «E' cambiata la mentalità, ma non accontentiamoci», urla fiero Eusebio Di Francesco, che chiude una stagione col sorriso, dopo essersi concesso un briciolo di emozione, sbagliando panchina prima del fischio d'inizio. Del resto, certi amori non finiscono, si dice così, no? Splendida Champions League e campionato con risultato finale doveroso per la Roma, che negli ultimi cinque anni ha centrato l'Europa vera per quattro volte. Ma ora, si va avanti pensando alla crescita, perché la distanza con la vetta è ancora troppo grande.
IL PERCORSO «Dobbiamo migliorare la gestione della partita, la capacità di andare con più insistenza in verticale. Migliorare determinate azioni. A volte restiamo scoperti, dobbiamo leggere meglio determinate situazioni. Il prossimo anno saremo avvantaggiati, tanti giocatori conoscono meglio il mio gioco e io conosco meglio loro. La vittoria con il Sassuolo? Abbiamo dimostrato di avere un'ottima mentalità. Siamo partiti molto bene, anche se poi siamo calati e i nostri avversari sono entrati in partita. Abbiamo portato a casa questa vittoria che ci è servita a confermare il terzo posto». Diciotto punti dalla prima in classifica sono tanti, troppi, specie per una squadra che ha giocato la semifinale di Champions. A gennaio cosa è successo? Tutto è finito lì. «Tanti fattori importanti, è servito a crescere. Ora guardo avanti, siamo migliorati ma non basta. Ora vogliamo andare oltre, questo è l'obiettivo. Il campo darà le risposte giuste lasciando dietro le chiacchiere, dobbiamo lavorare meglio e di più. Siamo la seconda miglior difesa del campionato, dobbiamo fare di più in attacco. Abbiamo fatto meno di quello che potevamo fare quest'anno. Alisson? E' il nostro portiere e sono felice di tenermelo. Spero possa rimanere». Spero. Sabato era un po' più sicuro sul futuro del brasiliano. Staremo a vedere, finché il Real non li separi. A qui torna in mente il mercato. «Dovremo essere bravi. Si dovrà sbagliare il meno possibile, per questo le prossime settimane ci butteremo con il direttore Monchi sul mercato per capire quali saranno le nostre prossime mosse. Non è certo una squadra da smantellare, ma solo da migliorare. Credo sia stato tutto importante, dal mercato di gennaio alle sconfitte, tutto ci ha fatto crescere. Non dobbiamo accontentarci, dobbiamo fare meglio in futuro. Vogliamo migliorarci, dobbiamo sempre avere la fame di cercare di ottenere qualcosa in più rispetto a quello che abbiamo fatto in precedenza».
Eusebio non si accontenta: «Voglio un calcio più cattivo»
21/05/2018 alle 13:23.