BUSINESSINSIDER.COM (C. SCOZZARI) - Ha preso il via lunedì 21 maggio del 2018 l’aumento di capitale da 115 milioni di euro dell’As Roma, che tuttavia, consentendo di fatto ad appena una ventina di milioni di denaro fresco di entrare nelle casse della squadra di calcio, non risolverà i problemi finanziari. L’operazione, su cui calerà il sipario il 7 giugno, era già stata approvata dall’assemblea degli azionisti di fine ottobre, che aveva concesso il proprio benestare a una iniezione di capitali appena più robusta, da 120 milioni, da approvare entro la fine del 2018.
Sbaglia, però, chi pensa che l’aumento di capitale risolva tutti i guai finanziari della società giallorossa allenata da Eusebio Di Francesco. Innanzi tutto, occorre definire i problemi. Per farlo, basta dare un’occhiata al documento informativo da oltre 300 pagine sull’operazione, che spiega: “L’aumento di capitale si inserisce in un contesto di significativo deterioramento della situazione economica, finanziaria e patrimoniale del gruppo As Roma, caratterizzata, tra l’altro, da un trend reddituale negativo, da un deficit patrimoniale (a livello consolidato) pari a 129,3 milioni al 31 dicembre 2017, nonché da una situazione di elevata tensione finanziaria (al 31 marzo 2018, l’indebitamento finanziario lordo del gruppo ammonta a circa 270 milioni)”.
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Insomma, sintetizza il prospetto informativo, “anche l’eventuale integrale sottoscrizione dell’aumento di capitale non è sufficiente ai fini del mantenimento della continuità aziendale dell’emittente e del gruppo As Roma, occorrendo a tal fine che siano poste in essere e che abbiano buon esito ulteriori azioni volte a contrastare il deterioramento patrimoniale e la situazione di tensione economico–finanziaria”.
Ed è vero che, per la garanzia della prosecuzione dell’attività aziendale, il consiglio di amministrazione della società giallorossa, guidato dall’ad Umberto Gandini, conta sul sostegno degli azionisti americani e sul calciomercato; ma è altrettanto vero – riconosce il prospetto informativo – che “alla data del prospetto informativo non vi è certezza del buon esito di tali azioni, anche tenuto conto della circostanza che tali azioni richiedono il coinvolgimento e l’assenso di soggetti diversi dall’emittente”.
In attesa di capire quale strada seguirà l’As Roma per riportare i conti in sicurezza, l’assemblea dei soci del 16 aprile 2018 ha preferito prendere tempo, decidendo di differire all’assise che in autunno approverà i numeri di bilancio al 30 giugno del 2018 “l’eventuale adozione, ricorrendone i presupposti, dei provvedimenti previsti dall’articolo 2446 comma 2 del codice civile, che prevede che ‘se entro l’esercizio successivo la perdita non risulta diminuita a meno di un terzo, l’assemblea ordinaria o il consiglio di sorveglianza che approva il bilancio di tale esercizio deve ridurre il capitale in proporzione delle perdite accertate’. Pertanto – mette in guardia sempre il prospetto informativo – permane il rischio, ove il gruppo conseguisse un risultato significativamente peggiorativo rispetto a quello atteso, di una riduzione fino all’eventuale azzeramento del valore di tutte le azioni, comprese le nuove azioni emesse in sede del presente aumento del capitale sociale”.