IL MESSAGGERO (M. EVANGELISTI) - Martedì e mercoledì, due giorni di fuoco per la Capitale. Il primo maggio ci sarà l’invasione di 800mila persone che normalmente assistono al Concertone, il giorno dopo si giocherà Roma-Liverpool, con l’arrivo di cinquemila tifosi (tra questi al meno 800 hooligans).C’è il rischio che anche il centro storico e i monumenti della città subiscano danni come quelli causati nel 2015 dai tifosi del Feyenoord. Ma soprattutto: c’è il timore che, dopo ciò che è successo mercoledì sera, l’ala dura dei Reds cerchi vendetta.
IMPEGNO Ecco perché nell’arco delle due giornate vi saranno almeno 2.000 agenti a vigilare su Roma. È stato anticipato a domani il vertice in Viminale del Cinms (Centro informazione nazionale sulle manifestazioni sportive) a cui parteciperanno anche rappresentanti della Uefa, di Scotland Yard e del Liverpool. Non si tratta di riproporre un arrugginito allarmismo, ma semplicemente di mettere in fila le criticità che dovrà affrontare la macchina della sicurezza, tenendo conto che sullo sfondo restano le esigenze legate all’anti-terrorismo. In altri termini: un evento come il Concertone è sì una festa, ma proprio perché concentra in piazza San Giovanni centinaia di migliaia di persone, anche senza la variabile Roma-Liverpool, richiede massima vigilanza per prevenire attentati. Il Viminale chiederà a Scotland Yard informazioni precise su quanti tifosi del Liverpool anticiperanno la trasferta al primo maggio. Il nodo: se vi saranno un migliaio di inglesi in giro per Roma martedì, magari pronti a infiltrarsi al Concertone, le contromisure dovranno essere adeguate.
OSTILITÀ Altre criticità: c’è un tifoso del Liverpool in coma dopo l’aggressione di alcuni romanisti e questo potrebbe rendere più numerosa la frangia più dura in partenza per Roma in cerca di vendetta, anche di quegli hooligans che ormai a Liverpool neppure si possono avvicinare allo stadio, ma che all’estero cercano lo scontro. Sorvegliati speciali i pub, perché ad esempio, lo scorso 30 ottobre, un locale di via del Colosseo pieno di tifosi del Chelsea fu assaltato da un gruppo di romanisti (allora gli investigatori parlarono di area Fedayn). E poi bisognerà tutelare i monumenti perché non si ripeta ciò che successe tre anni fa, quando migliaia di hooligans del Feyenord danneggiarono la Barcaccia di piazza di Spagna. Altro problema: una parte dei tifosi inglesi arriverà sì nei giorni che precedono la partita, ma in città differenti da Roma, per raggiungere la Capitale solo il primo maggio. Questa frammentazione costringerà la Questura a organizzare punti di controllo non solo negli aeroporti di Fiumicino e Ciampino, ma anche nelle stazioni e nei caselli autostradali. Di qui il grosso dei tifosi sarà scortato e raggruppato nel meeting point di Villa Borghese, poi con i pullman saranno accompagnati dentro l’Olimpico, senza possibilità che si incrocino con i romanisti. Va ricordato il precedente nel 2007: la polizia a Roma affrontò con le necessarie maniere forti, anche dentro all’Olimpico, i tifosi del Manchester United, vi furono proteste ufficiali britanniche. Da allora però la gestione dell’ordine pubblico a Roma è cambiata. In questo scenario restano i disagi dei romani che il 2 maggio, un normale mercoledì, si troveranno ad andare al lavoro, a portare i figli a scuola, magari a prendere un aereo o un treno, in una città blindata.