IL MESSAGGERO (L. DE CICCO) - James Pallotta ieri ha alzato il pressing sul Campidoglio, ma i tempi di legge sono piuttosto chiari: la variante urbanistica per il progetto Tor di Valle, che verrà pubblicata domani, non può arrivare sui banchi dell’Assemblea capitolina prima di luglio-agosto. Anche «accelerando» al massimo i tempi, come ha chiesto ieri il manager di Boston che sogna il nuovo stadio, con annesso «Ecomostro» di uffici, negozi e alberghi, il vero core business dell’operazione calcistico-immobiliare. «Se non accelerano tutto, non avremo uno stadio e noi non saremo qui - ha detto ieri Pallotta - I tifosi dovrebbero dire alle istituzioni di accelerare. Siamo vicini alla chiusura, ma se tutto va oltre giugno o luglio, ci vorrà un altro anno e non avremo uno stadio. Non possiamo permettercelo, abbiamo già speso più di 60 milioni». I privati vorrebbero il nuovo impianto pronto per la stagione 2020-2021, scenario plausibile solo se i cantieri partissero davvero entro l’estate. Il Comune ieri ha diffuso una nota per chiarire che, per seguire la legge, la variante da domani sarà pubblicata per 30 giorni sull’albo pretorio, poi entro l’11 giugno potranno essere presentate osservazioni.
IL CAMPIDOGLIO A quel punto, spiegano dagli uffici dell’Urbanistica, serviranno altri 30 giorni per le controdeduzioni. Poi la palla tornerà in Regione, per il voto di un’altra delibera ancora. Ieri intanto l‘Assemblea capitolina ha approvato una variante per il Ponte dei Congressi, progetto che ora tornerà all’esame del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Come ha spiegato la presidente della commissione Urbanistica, Donatella Iorio, la delibera prevede che «il nuovo Ponte dei Congressi sia utilizzato per il traffico in entrata verso Roma, mentre il ponte della Magliana già esistente sarà a disposizione del flusso “uscente” in direzione Fiumicino. Il vecchio ponte sarà riorganizzato su quattro corsie a senso unico di marcia».