IL MESSAGGERO (R. TROILI) - La capitale fa le ore piccole ma si sveglia lo stesso languida serena per niente lagnosa. Ha occhi di bambini che hanno pianto di gioia e che sotto il grembiule indossano fieri la maglia della Roma, tanto anche sul profilo whatsapp della maestra è comparsa la scritta La Roma è come la mamma si ama e non si discute. La carne oggi si compra dal macellaio col cappello giallorosso di lana calzato con strafottente nonchalance che poi finisce sulla bacheca facebook della cliente e nel pomeriggio a Garbatella c'è ancora chi si abbraccia e bacia per la strada.
Nella capitale in semifinale di Champions dopo i bagordi inaspettati, anche il presidente della Roma James Pallotta si becca una multa da 450 euro per il suo tuffo notturno nella Fontana dei Leoni a piazza del Popolo. Si scuserà di persona con la sindaca Virginia Raggi, annunciando di voler donare alla città 230mila euro per finanziare il restauro della fontana davanti al Pantheon. Tutto ciò i romani stanchi continueranno a seguirlo, postarlo, riderci su, sui social. Tra dirette facebook ufficiali e personalizzate, una condivisione virtuale eppure così tanto reale dove ognuno ha solo voglia di continuare la sua festa. Il giorno dopo l'impresa negli uffici e nelle banche c'è gente senza voce, reduce dallo Stadio e dal post partita di piazza. C'è Venditti in radio che canta dentro il bar dei Cesaroni nel Roma club Garbatella. È l'ora della siesta, Gaetano Mantini ancora non ci crede «mi devo ancora riprendere, sono tornato a casa e ho detto a mia moglie: ma siamo noi?». È stato bello, lo è anche ricordarlo, «sembrava la festa del Patrono» i cortili illuminati a giorno dai fuochi d'artificio. Sui telefonini si continua a rivedere il tuffo di Pallotta, i caroselli sotto casa, le meme che prendono in giro gli avversari, da Torna a casa Messi con l'attaccante travisato da Lessie al presidente Mattarella che chiama Di Francesco Eusè... te devo parlà... per dargli l'incarico di formare il governo. E la giornata passa lenta, dolce, assonnata. La scaramanzia induce a non eccedere, le bandiere sui balconi si contano a fatica, d'altronde sospira pure Trump stropicciandosi gli occhi in un'altra immagine che gira io nun so se è più faticoso fa er presidente Usa o esse tifoso daa Roma!.
GUAI A CHI SI MUOVE - «Il tifoso romanista dopo il primo gol resta esattamente nel punto in cui si trova per tutta la partita. C'è chi ha costretto la moglie in cucina, chi non ha fatto entrare il cane. Funziona così», spiega Tiziano Barbotta dietro al bancone del Mi Garba caffè in via Massaia. È appena terminato un piccolo litigio con un amico laziale, «dice che Pallotta ha pagato, così gli abbiamo regalato questa valigetta vuota... ma non l'ha presa». Non solo sfottò. Melograno, succo d'arancia, un pochino di vodka, qualche segreto e «tanto amore per la Roma»: da Linari a Testaccio solo per l'occasione hanno inventato su due piedi un cocktail un po' giallo e un po' rosso. Poco lontano nel club della Roma di Testaccio, Sergio Rosi mostra la chicca del giorno: la bandiera della Lupa con la pipa. «L'ha fatta mia moglie, la tiro fuori per le grandi occasioni : indica, come si dice a Roma, che amo vinto co la pippa in bocca, è stata una passeggiata insomma». Anche alla Villetta, spesso ritrovo dei calciatori giallorossi, Claudio Olivetti ha introdotto nel menù romanesco «un cacio e pepe al sogno, con orecchietta gigante in nome della Champions, la coppa dalle grandi orecchie». C'è tempo per sognare, ora è meglio sdrammatizzare, inseguirsi sui social, da quanto tempo non si scherzava così, sulle chat è una continua notifica: ecco ancora Messi che si chiede Ma Manolas e De Rossi non giocavano con noi all'andata?. Tirato in ballo anche Papa Bergoglio che chiede Sbaglio o so tre pippi? e Ray Charles che si sganascia e dice Se so' vestiti come la Lazio e volevano vince.... Grande prova del Roma club Barcelona che va a consegnare cioccolatini nella sede del Diario sport catalano perché il giorno del sorteggio titolò Un bombòn. Che goduria, altro che Mai na gioia.