Il tecnico ad interim della Nazionale italiana, Gigi Di Biagio, ha affidato alle colonne del quotidiano sportivo il suo pensiero sulla corsa Champions: dalla Roma di Eusebio Di Francesco all'Inter e alla Lazio, passando per il commento dei tre bomber in attacco delle rispettive formazioni. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni:
Di Biagio, un motivo a testa per sperare di arrivare fra le prime quattro.
«L’Inter ha ritrovato la condizione fisica migliore al momento giusto: adesso è un fattore che può fare la differenza. La Lazio delle tre è stata la più continua: pochi alti e bassi, dall’inizio. E nonostante abbia giocato tante partite, l’altra sera con il Salisburgo l’ho vista ancora benissimo. La Roma, che ha puntato da subito sul gioco, dopo aver insistito a costo di prendere qualche schiaffo comincia a vedere i frutti del suo lavoro. E poi potrebbe avere un alleato nel calendario».
Ecco, appunto: lo leggiamo?
«All’ultima c’è Lazio-Inter: per la Roma è come avere una partita in più e sarebbe divertente se dovesse ritrovarsi a tifare Lazio, visto che con l’Inter è anche in svantaggio negli scontri diretti. Però molto dipenderà dal derby, che la Lazio può solo vincere e la Roma proverà a vincere ma può accontentarsi di non perdere».
E un pareggio all’Inter andrebbe benissimo.
«Diciamo che in questo caso sarà l’Inter a tifare Lazio, ma può bastarle tifare per se stessa: le prossime due partite in trasferta a Torino e Bergamo sono complicate, molto, ma se ne esce bene diventa la favorita numero uno. A quel punto non dico che sarebbe fatta, ma quasi: la Champions potrebbe solo buttarla via».
Un possibile punto debole di ognuna?
«Per l’Inter sbagliare le prossime due: invece di essere una spinta, in quel caso possono diventare un peso. Idem il derby per la Roma: in sei giorni uscire dalla Champions - speriamo in un miracolo, ma è dura - e inciampare con la Lazio sarebbe una brutta botta. La “nemica” della Lazio sarebbe in realtà un'amica, si chiama qualificazione alla semifinale di Europa League. Ovviamente ci speriamo tutti ma in campionato, dove non può permettersi di sbagliare una partita, la squadra di Inzaghi potrebbe risentirne un po’: questione di concentrazione, di energie».
L’uomo in più?
«Faccio nomi scontati, ma dire che decide sempre chi fa gol non è così banale anche se può sembrarlo: Icardi, Immobile e Dzeko, che ho rivisto ai suoi livelli migliori».
Tre centravanti per tre perché: perché Dzeko non era più lui?
«Perché era stanco: ha giocato troppo, ma Di Francesco deve aver fatto un ragionamento semplice semplice: meglio lui al 50% che lui fuori».
Il possibile uomo sorpresa?
«Nella Roma dico, anzi spero, Pellegrini: sta giocando un grande campionato, ma sono sicuro che non abbiamo ancora visto il meglio. E vi dico che può segnare gol importanti anche per questa volata. Se chiamo sorprese Gagliardini e Milinkovic mi sembra fargli un torto. Diciamo che uno si sta ritrovando dopo un periodo un po’ così ed è un bene anche per la Nazionale, non solo per l’Inter. E l’altro, superato l’infortunio, ha otto partite per confermarsi quello che credo sia: classe, potenza, intelligenza, ovvero il miglior prototipo di giocatore moderno del nostro campionato».
Una variabile tattica che potrà fare la differenza?
«Tutte tre ormai si sono assestate sugli equilibri giusti, credo. Forse lo sviluppo più interessante l’ha trovato Spalletti grazie a Cancelo, che all’inizio sembrava un giocatore, diciamo così, un po’ “superficiale”: invece gli ha consentito di riproporre la “tre e mezzo” che faceva alla Roma e spinge Candreva più in mezzo, senza costringerlo a stare sempre sulla linea. A Di Francesco magari capiterà di modellarsi un po’ alle avversarie, come ha fatto contro il Barcellona con la fascia destra Peres-Florenzi. La Lazio è già difficile da affrontare così, la più difficile: tanti giocatori più che un ruolo definito hanno “mezze posizioni”, che cambiano anche nella stessa partita. Così non dà mai punti di riferimento».
(Gasport)