LA REPUBBLICA (G. ISMAN) - James Pallotta da Boston lancia la guerra alle radio romane, invita il Papa all’inaugurazione dello stadio a Tor di Valle - "In tre anni speriamo di averlo, sarà l’impianto più utilizzato dell’Europa meridionale" - e si affida al software per trovare "il nuovo Totti o il prossimo Messi".
Il presidente della Roma parlando alla Sloan Sports Analytics Conference del prestigioso Mit di Boston ha lanciato la sua crociata contro le emittenti della Capitale: «A oggi siamo l’unica squadra in Europa che ha una sua stazione radio, a cui abbiamo dato vita circa due anni e mezzo fa. A Roma c’erano nove radio che parlavano della Roma 24 ore su 24. Nel frattempo ne abbiamo mandate 2 in bancarotta, adesso ce ne mancano altre 7. Abbiamo bisogno di spiegare la nostra versione dei fatti, se ascoltassi le radio tutti i giorni mi butterei dal Tobin Bridge ( il ponte di Boston, ndr) perché sparano merda su quello che facciamo o su quello che faccio io» . Il riferimento del patron è a RomaRadio, voce ufficiale della società, e la sua intemerata arriva tre settimane dopo una singolare convocazione a Trigoria dei giornalisti che abitualmente si occupano della Roma: accolti dal direttore generale Mauro Baldissoni, da quello sportivo Monchi e dall’ad Umberto Gandini, si sono sentiti dire che «non veicolate bene il nostro lavoro, la nostra mentalità è imprenditoriale».
E infatti il cuore del progetto Usa per la Roma è l’impianto a Tor di Valle: «È la chiave, perché non possiamo competere col Barcellona in nessun modo se faranno un miliardo di dollari di ricavi nei prossimi 2- 3 anni, mentre noi abbiamo a che fare con 220- 240 milioni di euro. Ci saranno anche gare di college football americano, ci potrà essere la sfida tra Boston College e Notre Dame, con il Papa a lanciare la moneta prima della partita».
In attesa di sapere se il Pontefice accoglierà l’invito, nello stadio attuale della Roma, il vecchio Olimpico, il presidente è nel mirino dei tifosi che ormai lo contestano apertamente, tanto che anche essere a Roma il 13 marzo, per il ritorno della partita di Champions con lo Shakhtar, per il presidente resta un punto interrogativo.
La crisi della squadra è tecnica, e serve un nuovo Totti: ecco quindi i piani tutti tecnologici del presidente. «Negli ultimi 5 abbiamo lavorato molto sull’analisi dei dati statistici nella Roma. Basandomi su quello che facevamo ai Celtics quando li abbiamo comprati 15 anni fa, molte cose erano basilari. Una delle cose più complicate è quella di portare gli allenatori ad ascoltare ciò che stiamo facendo. Circa 9 mesi fa, abbiamo deciso che avremmo provato a fare il passo successivo. Proviamo a individuare i calciatori... magari il prossimo Messi, se mai esiste. Il prossimo Ronaldo, o Totti, o qualcuno di simile».
I tifosi aspettano, sempre meno soddisfatti e più preoccupati.