IL MESSAGGERO (E. TROTTA) - Bologna-Roma è anche una sfida in famiglia. Dopo la gara di andata, terminata con il caldo abbraccio, sul campo, tra Eusebio Di Francesco e il figlio Federico, si rinnova oggi il confronto a distanza tra padre e figlio. Un incrocio che suscita sempre un’emozione particolare all’allenatore giallorosso. «Se la mia famiglia sarà divisa? No, tifa tutta per Federico. Forse l’unico mio sostenitore è mio figlio, Luca». Poi i complimenti, accompagnati dalla consueta frase di incoraggiamento: «Federico tecnicamente è più bravo di me. Io, però, avevo altre qualità. È cresciuto tanto, ha i mezzi per fare di più di quanto offerto dal papà».
INSIEME NO – L’attaccante esterno rossoblù aveva sfoggiato un’ottima prestazione all’Olimpico, lo scorso 28 ottobre. Ambizioso e determinato come Eusebio, vuole pertanto fornire un’altra prova di elevato livello, davanti agli occhi attenti del suo maestro. Un modo per mandare pure l’ennesimo messaggio a tutti quelli che, in passato, lo avevano definito un ‘raccomandato’: «È sempre un’emozione incontrare mio padre, lui è un martello». Ma non chiedete ai Di Francesco di lavorare insieme, nella stessa squadra. «Lui alla Roma? Sì, ma nel caso senza di me», il refrain del tecnico abruzzese. E non è l’unico a voler marcare una distanza sportiva. Anche l’allenatore argentino Diego Pablo Simeone si è accodato: La scorsa estate, infatti, impedì all’Atletico Madrid di ingaggiare l’attuale bomber della Fiorentina, Giovanni Simeone, compagno di squadra di un altro figlio d’arte, Federico Chiesa.