IL TEMPO (E. MENGHI) - Ultimamente si è dovuto esibire in amari mea culpa, stavolta Di Francesco si prende un altro tipo di responsabilità, decisamente più piacevole: «Dopo tanti demeriti mi prendo questo merito. Fa rabbia vedere una Roma così solo adesso, si parlava di una squadra che era giù, ma abbiamo messo continuità, quella che ci era mancata nell’ultimo periodo. Questa vittoria deve essere un punto di partenza». Anzi tre, con tanto di sorpasso sulla Lazio. E farlo in rimonta ha un sapore diverso, perché è un altro limite superato: «Quando ci fermiamo su un errore non ci aiutiamo, vince chi sbaglia meno. Abbiamo fatto 4 gol al Napoli, non è una cosa facile. Abbiamo dimostrato di avere forza e mentalità. Questa prestazione deve darci consapevolezza nei nostri mezzi. Ora non accontentiamoci, sul 4-1 la squadra non mi è piaciuta, per il resto faccio i complimenti ai ragazzi». A Dzeko in particolare: «Mi ha dato una grandissima risposta, ho parlato con lui e devo dire che è intelligentissimo e ha capito che doveva fare di più per la squadra e si è sacrificato. Non ho mai visto un giocatore tecnico come lui, che lo è nonostante le lunghe leve. Come Ibrahimovic? Lo svedese forse è un po’ più cattivo, Edin pensa troppo a quello che poteva fare e non ha fatto».
Di Francesco adesso chiede il bis all’Olimpico: «Dovevamo dimostrare non solo a chiacchiere, ho avuto segnali affermativi. La società mi ha sempre appoggiato alla grande, sono pulito dentro, ci metto sempre la faccia. State certi che sento la fiducia addosso, se qualcuno non ce l'ha me la vado a riprendere. Ora cancelliamo i problemi in casa, dove teniamo troppo il pallone cercando poco la verticalità. Bisogna saper osare». Come al San Paolo.