IL MESSAGGERO (S. CARINA) - L’atmosfera è di quelle speciali. Di Francesco appena entrato nella sala stampa (gremita come non accadeva da tempo) allestita a Trigoria se ne accorge immediatamente. Se è emozionato, è bravo a nasconderlo consapevole che questa sera non è soltanto la Roma a giocarsi molto. Anche per lui, infatti, presentarsi al debutto in Champions con l’accesso ai quarti di finale, sarebbe un biglietto da visita niente male da giocarsi in futuro (e da spendere nei bilanci di fine stagione).E così, a dispetto dell’importanza della gara, il tecnico palesa una serenità invidiabile: «Abbiamo un unico obiettivo, passare il turno e arrivare ai quarti. La Roma non è tanto abituata ad arrivare a questi livelli, mi auguro di poterlo fare con i miei ragazzi e con la nostra gente che spero sia il dodicesimo uomo in campo. È una grande chance, per me e per la squadra. Credo sia una partita importantissima per tutti, passare ridarebbe slancio alle nostre ambizioni». Se in campionato si è riappropriato del terzo posto e ora ha un margine di vantaggio non indifferente sulla Lazio (+3) e sull’Inter (+4ma i nerazzurri debbono recuperare il derby), in Champions avrebbe già fatto il suo. Qualificarsi agli ottavi dopo esser finito nel girone con Chelsea e AtleticoMadrid è di per sé già un risultato storico pensando che la Roma, prima delle ultime 6 gare europee (di cui Eusebio ne ha vinte tre), vantava dal 2014 uno score in Champions di due successi, sei pareggi e otto sconfitte (compreso il preliminare col Porto). Di Francesco, però, giustamente non si accontenta e rilancia: «Vogliamo andare avanti e puntare ancora meglio…Affronteremo una squadra forte, ma volendo passare il turno non possiamo accontentarci di fare bene solo un tempo. A Kiev abbiamo commesso troppi errori in fase difensiva e questo non ce lo possiamo permettere, anche se dovremo essere pure un po’ spensierati. Dobbiamo vincere e quindi essere attendisti non serve. Non dovremo fermarci nemmeno in caso di vantaggio, bisogna avere l’intelligenza di dare continuità alla prestazione». Per una gara d’attacco, il primo nome che viene in mente è quello di Dzeko, a riposo con il Torino perché squalificato, e pronto a guidare l’attacco romanista: «Sappiamo di avere davanti un centravanti che, se gli si dà la possibilità ed è in giornata, può fare gol straordinari e mettere i compagni nelle condizioni di poter segnare. Sarà determinante lui,come tutta la squadra».
GESTIONE DELLE FORZE - Non lo nomina ma tra questi, c’è sicuramente Florenzi, anello debole tre settimane fa a Kiev, preso d’infilata in continuazione dai vari Ismaily e Bernard. Il laterale, dopo aver glissato sulla domanda riguardante il rinnovo («Sono abituato a pensare al presente e dunque alla partita con lo Shakthar, che è davvero importantissima, non è il momento di parlarne») analizza il match: «L’approccio deve essere quello giusto, dobbiamo dare subito un impulso importante alla partita e dare il massimo perché sappiamo quanto vale. Se riusciremo a sbloccare la gara, poi non dovremo pensare di avercela fatta, dovremo continuare a giocare il nostro calcio. Dobbiamo gestire le forze per novanta minuti, ma nel nostro calcio si va a mille allora e quindi dobbiamo approcciare nel modo giusto. Vogliamo ripetere quanto di buono fatto in Europa fino a questo momento e prenderci la qualificazione». Che frutterebbe, oltre al prestigio, almeno altri 12 milioni. Un bel regalo di compleanno per il presidente Pallotta che oggi compie 60 anni.