(...) Era il 20 dicembre, il Torino espugnava l’Olimpico eliminando Di Francesco dalla Coppa Italia e mandando in analisi la Roma. Le sedute non sono ancora finite, da queste parti si passa con facilità dall’orribile prestazione contro il Milan a quella eccellente per compattezza e continuità contro il Napoli. Non ci sono più certezze, neppure quella regola del turnover che aveva spinto, quel 20 dicembre, ad autorizzare una formazione rivoluzionata per 10/11 rispetto alla partita precedente. (...) Per la Roma è diventato un peso giocare all’Olimpico, lo dimostrano le cinque sconfitte in casa in campionato (sei stagionali): peggio, nella storia giallorossa, è andata solo nel 1946-47 (sei k.o.) e nel 1947-48 (otto). «Dobbiamo cercare di cambiare rotta – dice Di Francesco –, dobbiamo sfatare il tabù Olimpico, per noi a livello mentale è diventata una preoccupazione giocare le partite in casa. Le risposte giuste sono nella nostra testa, servono la stessa cattiveria e compattezza mostrate a Napoli». (...) «Nell’ultimo periodo ci è mancata la continuità – ancora Eusebio –, Napoli dev’essere un punto di partenza. Io non mi accontento, perché non sono contento. Il calcio che piace a me, ovvero la capacità di stare dentro la metà campo avversaria, s’è visto poche volte nelle grandi partite». (...)
(gasport)