Ve lo racconto io cosa capita nella crapa del romanista medio (di taglia forte) che va in sollucchero per una sparata di Under o una spacconata di Alisson. Sta lì per lanciarsi a tavoletta nell’autostrada del piacere, quando un brutale richiamo lo riporta a terra: «Dove corri, povero scemo! Quelli non sono eroi incarnati, mani e piedi, per la tua banca onirica, ma due plusvalenze per la cassa di Pallotta…». Riemergi dalle gomme sgonfie del tuo sogno bucato con le orecchie accartocciate e ti senti come Dumbo, un tenero elefante in via di estinzione al quale è stato proibito di innamorarsi. Tu, Rossella O’Hara, che vorresti sentirti libero di fare del turco il tuo «Via col vento» e del brasiliano il tuo Clark Kent in tuta azzurra. Libero di grufolare nel magnifico letame dei sogni, al grido di «Guai chi ce li tocca!» e sapere invece che sono solo di passaggio, loro come voi, come noi, come tutto.
(corsera - G. Dotto)