L'ex preparatore dei portieri giallorosso, Roberto Negrisolo, è stato intervistato dal quotidiano sportivo a tinte giallorosse ed ha commentato il numero uno romanista, Alisson Becker, che si sta mettendo in mostra a suon di prestazioni straordinarie. Queste alcune delle sue dichiarazioni:
Negrisolo, ma davvero Alisson vale cinquanta milioni?
«Non scherziamo, ne vale molti di più».
Ma non è un'esagerazione visto che stiamo parlando di un portiere?
«Io credo che in molti ancora non abbiano capito chi è Alisson. Questo è un fenomeno».
Addirittura.
«È il numero uno dei numero uno. Vale quanto Messi perché ha la testa come Messi. È un portiere che può caratterizzare un'epoca».
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Nello specifico, cosa ha di speciale?
«Il senso della posizione e dell'equilibrio. Impressiona per come si muove in campo. Sa sempre quello che deve fare. Chi ne ha parlato male all'inizio della sua avventura italiana, non aveva capito niente».
Chi ti ricorda dei portieri del passato?
«Nei comportamenti in mezzo alla porta, Zoff. Ma su tutto il resto il brasiliano è più forte. Se devo fare il nome di un altro portiere del passato, dico Preud'Homme che aveva la classe di uno nato per fare il portiere».
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Quando è arrivato in Italia però non era così forte?
«Forte era forte, ma è vero che qui è migliorato. E in questo senso bisogna dare i meriti a Marco Savorani, l'attuale preparatore dei portieri della Roma. Marco è cresciuto con me, è bravissimo».
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Alisson in cosa può ancora migliorare?
«Migliorare si può in tutto. Per esempio da quando è arrivato in Italia lui è cresciuto molto nelle uscite basse, ora ci va con maggiore decisione ed è un fenomeno pure lì».
Ma se dovesse arrivare un'offerta indecente, settanta-ottanta milioni, la Roma cosa dovrebbe fare?
«Dire di no».
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Roberto, sei rimasto proprio conquistato da questo portiere brasiliano.
«Assolutamente e vi posso garantire che qualcosa di portieri ne capisco. La Roma se lo deve tenere a lungo, è diventato un beniamino dei tifosi, Alisson è un giocatore prezioso in campo e fuori».
Pure fuori?
«Pure fuori. E lo capisci da come sta in campo. Lui nella testa è un allenatore, guardatelo come si muove e come si comporta quando ha la palla in mano. Lì capirete tutto».
(Il Romanista - P. Torri)