(...) A vederli uscire dall’hotel di Cornaredo, dove la Roma ha posto il quartier generale per questo ritiro i giallorossi hanno la faccia di chi è uscito dal tunnel, o forse almeno ne vede la fine. La decina di persone assiepate sulla strada per le foto lancia i gridolini di prammatica, mentre i tifosi del Milan dicono rammaricati: «Peccato che non abbiate battuto l’Inter». Successo scarso. I giallorossi salutano e basta, i bodyguard credono di star vigilando sulla sicurezza di Trump e così il pullman parte per l’allenamento con in prima fila Totti e Di Francesco da un lato, e Monchi e De Sanctis dall’altro. (...) Il campo di allenamento, manco a dirlo, coperto da recinzioni per impedire che si veda all’esterno, ma la giornata del dopo partita è standard: scarico per chi ha giocato e lavoro sul campo per gli altri, con puntate in palestra per tutti. Sopratutto per De Rossi, che è l’unico ad allenarsi a parte per i noti problemi al polpaccio. L’impressione è che non ce la faccia. (...)
Ovvero, quando passano tutti i calciatori, la trentina di persone accalcata fuori dal lato del pullman comincia a gridare i nomi dei giallorossi per foto, video e autografi. (...) A onore dei più gentili, però, diciamo che Pellegrini, El Shaarawy, Schick e Di Francesco si fermano per accontentare i tifosi. Non il distratto Dzeko né Nainggolan, a cui la gente scherzando dice: «Radja, eccoti una siga», oppure «dammi una paglia». (...)
(gasport)