IL MESSAGGERO (P. LIGUORI) - Eusebio Di Francesco è solo, come non era stato mai dall’inizio del campionato. Naturalmente, è solo con la squadra e con il suo coraggio, che non è poco. Penso che non abbiamo mai sbagliato a fidarci di uno così, per la difficilissima transizione della Roma. Ce la può fare, anche da solo, a motivare i giocatori, metterli in campo e fare due difficilissimi risultati, stasera a Milano e mercoledì a Genova, due risultati da cui dipende probabilmente il futuro di un anno intero. Si può restare, a testa alta, a combattere per un posto in Champions League, oppure scivolare definitivamente al quinto posto e rovinare l’intera stagione. Attorno ad Eusebio c’è quasi il nulla, cioè una società che parla da Londra con il Presidente Pallotta, senza neppure avvicinarsi a Roma. E, sempre da Londra, ai tifosi convinti che ci sarebbe bisogno di rinforzi, per correggere un mercato sbagliato, arriva la doccia fredda delle cessioni di Emerson, forse Dzeko e Nainggolan. Dopo Salah (venduto al di sotto del suo valore), Ruediger e Paredes. E prima di eventuali partenze di Alisson e chissà chi altro. Abbiate pazienza se non riusciamo a festeggiare il record delle plusvalenze (301 milioni ) della gestione Pallotta. Ci siamo convinti in questi anni che da Jim non compreremmo un’auto usata, per dirla alla bostoniana. E nemmeno ci fidiamo più di Monchi, che ha pagato Schick quanto ha incassato da Salah. E che ha punito Nainggolan quando già pensava di venderlo, contribuendo all’ultima sconfitta. Alla fine, restano solo Eusebio e la squadra da seguire e stasera saremo a S.Siro al loro fianco.