IL TEMPO (A. AUSTINI) - Un allenatore in evidente e comprensibile difficoltà. Eusebio DiFrancesco vive le ultime ore di mercato con l’ansia di chi potrebbe perdere il suo centravanti e non se l’aspettava, col carico di una classifica in salita e senza più asterischi da sfruttare. E di una squadra piena di acciacchi, costretta a combattere il complesso del gol. Così la conferenza alla vigilia del «back to back» con la Sampdoria in visita stasera all’Olimpico mette a nudo, in modo ancora più evidente rispetto ai segnali già pervenuti, l’incapacità del tecnico di gestire la situazione a livello mediatico. Nella risposta finale c’è un po’ tutto. Gli chiedono se ha voce in capitolo sul mercato, prima prova a ironizzare con una battuta mal riuscita, «intendete se ce l’ho o meno» (riferendosi agli attributi, ndr), poi parla senza freni, tanto che la conferenza si chiude prima del previsto dopo essere iniziata in ritardo: «Né io né la Roma ci vogliamo privare di giocatori importanti, è normale che se arriva una grande offerta e servono soldi si fanno delle valutazioni. Mi sono ritrovato di fronte a un qualcosa che in questo momento non mi sarei aspettato, le risposte non le devo dare io, torneranno a parlare i direttori se si dovesse fare qualcosa. Al momento Dzeko è un mio giocatore, e spero che resti almeno sino a fine stagione. Probabilmente per la Samp avrò a disposizione sia lui che Palmieri, per il resto cerco di fare al meglio il mio lavoro, mi sono state dette delle cose e il discorso è chiaro: o accetti o te ne torni a casa. Io ho scelto di allenare la Roma anche nelle difficoltà. E questo è un momento obiettivamente difficile». Non proprio parole mirate a calmare un ambiente in pe renne psicodramma e una squadra piena di problemi di natura mentale, di certo non quelle che s’aspettava la società, un po’ imbarazzata e consapevole comunque di aver preso in estate un allenatore senza esperienza a certi livelli e abituato, semmai, all’oasi felice di Sassuolo. La voglia di «sincerità» del mister abruzzese si tramuta in discorsi che vanno anche aldilà delle sue reali intenzioni. «Bisogna aspettare – spiega ancora – ancora un po’, un’eventuale cessione si lega al Fair Play Finanziario, io non conoscevo la situazione delle “casse”». Se due partono, altrettanti arrivano. Almeno su questo Monchi ha potuto rassicurarlo. Un solo obiettivo è smascherato, il terzino destro Aleix Vidal che sbarcherebbe a Trigoria in caso di partenza di Emerson. Come conferma lo stesso DiFrancesco dicendo che «a sinistra abbiamo più alternative con Juan Jesus e Moreno oltre Kolarov». Dal mercato agli infortuni (recuperati in extremis De Rossi, Perotti ed El Shaarawy ma gioca solo l’ultimo), il tecnico tira fuori altre parole inquietanti. «Le vacanze di gennaio hanno creati molti più problemi. Qualcosina non ha funzionato, l’attenzione da parte di tutti non c’è stata, parlo in generale, non solo dei ragazzi». E di chi altro? La Juve ad esempio ha man dato dei preparatori al seguito di alcuni giocatori «a rischio», la Roma no. Ma il paragone, ora come ora, è ingeneroso. Da ieri i giallorossi hanno l’ottavo attacco del campionato. «È il momento giusto per tornare a segnare di più» giura Di Francesco. Lo dice da due mesi, che sia la volta buona?