IL MESSAGGERO (P. LIGUORI) - Sta’ mano po’ esse piuma, o po’ esse fero: stavolta la mano di De Rossi è stata la Mano Nera, il terribile segno che, al momento della svolta possibile, la Roma rischia sempre di deragliare. Non c’è molto da dire: lo avesse fatto un altro, meriterebbe l’ostracismo perpetuo, ma Daniele è romanista di cuore e di corpo e lo dobbiamo perdonare perché, come ha spiegato il Capitano Totti, Daniele sta soffrendo, è il più dispiaciuto di tutti. Da lui ci aspettiamo adesso una prestazione maiuscola in Champions, per andare avanti e dal resto della squadra ci aspettiamo una vittoria sfrenata stasera.
Vuol dire una vittoria da Eusebio, con il gioco e con i gol, con Dzeko e Schick insieme che dialogano e fanno sognare , ci aspettiamo un venerdì da leoni. Riposi chi deve e chi può, ma contro la Spal devono tornare i gol, tanto per non perdere l’abitudine e non dover temere un colpo matto, una follia, un gol sgraffignato. Non è questa la cifra di una squadra di Di Francesco, che sta lavorando sodo per un gioco offensivo, che porti a minacciare in continuazione la porta avversaria. E allora bisogna concludere secondo le aspettative, bisogna ricaricare l’ambiente a suon di reti, è necessario arrivare a Torino con gli avversari che ci temono.
Avete sentito Allegri? Se restiamo così, a marzo ci pensiamo noi. Beh, noi lo dobbiamo preoccupare adesso, non dobbiamo far stare tranquille le avversarie che, nella follia di De Rossi, hanno visto un po’ la vecchia solita Roma , bella e masochista. No, non siamo interpretabili secondo i loro canoni, è venuto il freddo e siamo lupi affamati.