IL MESSAGGERO (U. TRANI) - A Il 1° pari casalingo della stagione, 1 a 1 contro il Sassuolo, rischia di compromettere il percorso della Roma. Che, avendo raccolto solo 5 punti, nelle ultime 4 gare del torneo, adesso è a meno 9 dal Napoli campione d’inverno. La flessione è evidente. Il coro è stonato e i singoli steccano. Di Francesco, nel pomeriggio in cui affronta la sua ex squadra, ha la conferma di quanto il mal di gol penalizzi i giallorossi: solo 2 reti in 4 partite di serie A (e 8 nelle ultime 9, coppe comprese). Ma sarebbe facile prendersela solo con gli attaccanti. L’involuzione, ormai accertata, nel gioco pesa almeno quanto la scarsa efficacia offensiva. La traccia è scontata e senza ritmo. Oltre ai gol, mancano pure le occasioni. Il raccolto, dunque, è scarso perché la produzione è insufficiente. La stanchezza di alcuni big incide sul rendimento che, ormai da un mese e mezzo (dal derby del 18 novembre), è fiacco.
EQUIVOCO TATTICO – Il 4-3-3 resta il sistema di gioco preferito dal tecnico. Ma con Schick a destra continua a non convincere. Anche perché l’attaccante rigetta quella posizione. E si accentra, andando a prendere il posto di Dzeko che, pur impegnandosi, non riesce a essere decisivo come l’anno scorso: solo 1 gol nelle ultime 15 partite. Così nel primo tempo conclude più il Sassuolo. A segnare, però, è la Roma, con l’ex Pellegrini liberato proprio da Dzeko. Iachini, mettendosi a specchio, azzera conMissiroli la spinta di Kolarov che fatica contro Politano. Anche Florenzi, sul lato opposto, soffre al momento di chiudere. Manolas tiene a galla la difesa. Nell’intervallo, però, il greco si arrende: trauma distorsivo al ginocchio destro. Nainggolan è il centrocampista più ispirato. Ma fa di testa sua, perché i terzini non avanzano, De Rossi è statico e spesso in ritardo, Perotti va in altalena e Schick, debilitato da una lieve influenza, perde sempre palla.
SENZA REGIA – Di Francesco, costretto a cambiare la formazione di partenza, riceve poco o nulla dai panchinari: Jesus, dentro per Manolas, si fa subito scappare Ragusa e più tardi si addormenta in area, permetteno a Missiroli di pareggiare; El Shaarawy, in campo per Schick, si vede solo quando Consigli respinge di piede il suo sinistro e non decolla nemmeno accanto a Dzeko nel 4-2-4 per l’assalto finale; Under, chiamato a sostituire Pellegrini, si fa notare solo per il blocco, in fuorigioco, su Missiroli che toglie, dopo l’intervento del Var, il gol del successo a Florenzi (Iachini è stato comunque espulso per proteste, non avendo aspettato che l’arbitro vedesse le immagini, togliendo la rete ai giallorossi). A lanciare il terzino, ancora Dzeko. Che, per la verità, non si è limitato agli assist. La sua firma l’ha provata a mettere, segnando prima del pari del Sassuolo: splendido il sinistro, su apertura di De Rossi, per il gol che Orsato ha annullato sempre per fuorigioco, con tanto di certificazione del Var. La Roma della ripresa ha avuto qualche chance in più. Anche perché Florenzi e Kolarov hanno partecipato con più convinzione. Il dinamismo di Nainggolan non è bastato. Accelerazioni da solista, però. Le sue e quelle dei compagni. Che non hanno un play di riferimento: De Rossi non accompagna l’azione come dovrebbe. I terzini, tra l’altro, non hanno tenuto, se sollecitati, nella fase difensiva. Dal lato di Florenzi è nato il gol di Missiroli, colpo di testa su cross di Peluso, il 12° preso dalla difesa. Che resta la migliore della serie A. Così come l’attacco è sempre il 7°.