IL TEMPO (E. MENGHI) - Con 29 anni di ritardo scoppia la polemica tra Renato Portaluppi e Giuseppe Giannini, uno meteora e l’altro capitano della Roma del passato. Giocarono insieme una sola stagione, 1988-89, ora entrambi fanno gli allenatori, ma l’esperienza non ha impedito che dessero vita a un botta e risposta al veleno.
Renato, tecnico del Gremio con cui ha conquistato la Copa Libertadores e la finale del Mondiale per Club, ha sferrato l’attacco: «Nella capitale mi ha rovinato Giannini, mi si è messo contro, lui e Massaro (ex attaccante con cui arrivò alle mani, ndc) non mi passavano mai la palla». Pronta la replica del Principe, che ha tirato fuori dal cassetto dei ricordi i fantasmi dell’ ex compagno di squadra: «A volte - rivela a Centro Suono Sport - non era molto lucido. Ho giocato 16 anni nella Roma e, nella mia carriera, credo sia stato Portaluppi l’unico calciatore ad arrivare ubriaco all’allenamento mattutino. In quelle occasioni Liedholm lo portava al riparo da occhi indiscreti».
Non era un segreto il suo stile di vita, famosa è la frase «più che i terzini, dovranno essere le loro mogli a stare attente a me». E non è la prima volta che il Gaucho, come lo chiamano in patria, lancia una frecciata a Giannini: «Uno come lui non giocherebbe nemmeno nella terza divisione brasiliana», disse una volta. Il Principe ora chiede rispetto: «Mi sembra esagerato tirare melma gratuita su altri».