LEGGO (F. BALZANI) - Basta vincere (o addirittura un pareggio) contro il piccolo Qarabag. Insomma, basta poco a Di Francesco per diventare il 3° allenatore della storia della Roma a giocare gli ottavi di Champions dopo Spalletti e Ranieri (ovviamente escluso Liedholm che arrivò in finale di Coppa Campioni). Un traguardo che al momento del sorteggio sembrava quasi impossibile vista la presenza di due top club come Chelsea e Atletico Madrid, ma che stasera dovrebbe diventare realtà a meno di un suicidio sportivo contro gli azeri ultimi in classifica. Un obiettivo che porterebbe nelle casse della Roma quasi 15 milioni tra incassi, market pool e premio qualificazione. Per questo Di Francesco metterà in campo la migliore formazione possibile. L’unico dubbio riguarda l’attacco con Perotti favorito su Schick. In difesa spazio a Florenzi («L’ho rischiato con la Spal perché lo vedo in progresso», ha detto Eusebio) mentre a centrocampo torna Nainggolan. «Si è allenato senza problemi sarà a disposizione così come Kolarov che però ha sofferto per un affaticamento dopo la partita con la Spal», ha spiegato il tecnico in conferenza stampa. Guai a chi parla di qualificazione anticipata: «È una partita che va aggredita dall’inizio, con la nostra mentalità Cercheremo di non far respirare il Qarabag, che non è la squadra che abbiamo visto con il Chelsea. In trasferta hanno rischiato di vincere a Madrid. Noi sappiamo che se giochiamo al massimo possiamo prevalere. Il pessimismo a Roma c’è sempre stato, questo passaggio darebbe più forza al lavoro che stiamo facendo ma noi siamo sempre stati ottimisti. Primo posto? Non penseremo alla gara del Chelsea. Il destino è nelle nostre mani e penseremo solo alla nostra partita». DiFra nei giorni scorsi tramite i social ha provato a chiamare a raccolta i tifosi, ma stasera all’Olimpico non si andrà oltre i 35 mila spettatori. Di Francesco dedica pure un pensiero al campionato: «Sarri dice che l’Inter senza Champions fa un altro sport? Io credo che ognuno di noi vorrebbe giocare in Champions, è il nostro lavoro. Non mi pongo il problema, cerco di ottimizzare al meglio gli allenamenti, voglio andare avanti e giocare ogni tre giorni, sapendo che può toglierci qualcosa ma darci anche soddisfazioni. Oggi vorrei contendere lo scudetto proprio all’Inter».