IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Rudi Garcia, ultimo tecnico ad ottenere la qualificazione agli ottavi di Champions a Trigoria, alla vigilia del match decisivo contro il Bate Borisov, l’8 dicembre di due anni fa, si trincerò, ripetendole almeno 3-4 volte, dietro a queste parole: «C’è poco da dire, abbiamo il destino nei nostri piedi». Ieri Di Francesco, normalmente loquace e sorridente in conferenza, è apparso stranamente più taciturno, coniando bene o male lo stesso concetto: «Il nostro destino passa dalle nostre mani e dai nostri piedi». Per una volta c’è poco spazio per battute e volti distesi. La posta in palio è alta e anche se la Roma è padrona del suo destino e potrebbe passare il turno anche pareggiando o perdendo (se l’Atletico non vincerà a Londra), Eusebio non vuole sentire parlare di calcoli: «Il Qarabag non è la squadra della prima partita con il Chelsea, è da prendere con le molle e con grande rispetto, ma noi vogliamo vincere». Suona quasi come un avviso ai naviganti. Parole dirette allo spogliatoio e (forse) anche alla tifoseria che, nonostante il suo appello sui social, ha risposto abbastanza timidamente all’invito di riempire lo stadio (ieri sera le presenze garantite erano appena 33mila). Proprio per questo motivo, l’allenatore detta la linea da seguire: «E’ una partita che va aggredita dall’inizio, la caratteristica che ci ha accompagnato finora. Cercheremo di non far respirare il Qarabag, voglio che si parta molto determinati e i rischi saranno inferiori. Affrontiamo una squadra che ha fatto molto bene in trasferta nell’ultimo periodo, soprattutto a Madrid, dove stava vincendo ed è rimasta per mezz’ora in dieci. Sappiamo che se giochiamo al massimo, potremo prevalere su di loro». Niente cali di tensione, quindi. E per una volta, anche un po’ di scaramanzia: «Cosa darebbe il passaggio agli ottavi? Aspettiamo di conquistarlo sul campo ma è chiaro che darebbe forza al lavoro che stiamo facendo. Se dovesse essere, ci godremo il risultato, io sono sempre stato ottimista, oggi enel futuro».
TESTA A TESTA CON LUCIO – Il discorso scivola sul campionato: «Mi piacerebbe contenderlo all’Inter perché adesso è prima, ma al momento mi interessa relativamente». Ancor meno le riflessioni di Sarri sul primato dell’Inter, dovuto secondo il tecnico del Napoli al fatto che la squadra di Spalletti non partecipa alle coppe: «Credo che ognuno di noi vorrebbe giocare in Champions e in campionato e andare più avanti possibile. Non mi pongo questi problemi, cerco di ottimizzare al meglio quelli che sono gli allenamenti e i tempi a disposizione, perché ho il desiderio di continuare a giocare ogni tre giorni». Per continuare a farlo, questa sera niente scherzi.