LA STAMPA (A. BARILLA') - Fuga a due. La Juventus resta incollata al Napoli. Batte e stacca la Roma, mentre l’Inter perde a sua volta terreno. Fuga a due dopo una sfida emozionante, decisa da una rete di Benatia che i bianconeri difendono con le unghie, rischiando grosso nel finale quando i giallorossi si scuotono e chissà come sarebbe andata se avessero osato prima.
Allegri non cambia linea su Dybala, relegato nuovamente in panchina, stavolta fino al novantesimo: il gol in Coppa Italia non interrompe la terapia, o forse, a questo punto, il castigo. Nel tridente, accanto a Higuain, agiscono così Mandzukic e Cuadrado: gli ultimi test sono positivi ed entrambi vogliono con forza la partitissima. Il centravanti argentino conferma la mutazione tattica, è sempre più partecipe e attivo: arretra spesso a impostare, alternando profondità e sponda, e non è casuale che due suoi palloni, finiti a Cuadrado e Mandzukic, sveglino subito Alisson, indicandogli una serata anomala. Mai gli è capitato d’essere così bersagliato - i tiri alla fine sono ventidue -, e dire che il possesso è chiaramente giallorosso.
DYBALA ANCORA FUORI - La Juventus, inizialmente, riesce a farsi luce capitalizzando il palleggio di Pjanic, il sacrificio di Mandzukic, le sgroppate non sempre lucide ma pungenti di Cuadrado, largo a destra per garantire ampiezza e bloccare, nel contempo, Kolarov. Le consegne del colombiano sono specchio dell’atteggiamento bianconero: l’intraprendenza s’intreccia con l’attenzione rivolta al presidio, pressing e raddoppi prosciugano il gioco della Roma, i centrocampisti finiscono in gabbia (a galla solo De Rossi) e le ali sbattono contro un muro. Poi, quella bianconera diventa difesa a oltranza, con i due esterni offensivi ai bordi della mediana e le ripartenze come arma principale. Sulle corsie esterne romaniste non c’è spazio e in mezzo non s’apre mezzo corridoio, difatti l’unica palla gol del primo tempo, risolta da una paratona di Szczesny su El Shaarawy, nasce da una verticalizzazione di Dzeko, in ripiego per cercare un’alternativa. Guizzo isolato, mentre attorno fioccano contropiede e conclusioni, s’affaccia perfino un rigore fantasma: il fallo di Alisson su Higuain, dopo un malinteso tra Fazio e il portiere, appare netto, ma nell’era della Var sfugge all’arbitro.
REAZIONE GIALLOROSSA - A spezzare l’equilibrio, ad ogni modo, è una scorribanda di difensori, con Chiellini che impegna Alisson su corner e Benatia che irrompe sulla ribattuta, becca la traversa, riprende e segna. Succede al 18’ e diventa chiave del successo, non incrementato, fra errori di precisione e riflessi di Alisson, ma protetto con rabbia e, in coda, fortuna. Di Francesco prova a vivacizzare la manovra con i ragazzi del ‘96, Schick, juventino mancato, e Pellegrini, ma una buona palla-gol sboccia dalla combinazione Nainggolan Dzeko. Alla radice, in realtà, c’è una respinta corta e due ulteriori erroracci d’una difesa d’acciaio - ottava partita di fila senza subire gol - confezionano i palloni del rimpianto giallorosso: prima un lancio di De Rossi bucato, con inserimento di Florenzi e traversa, poi una gaffe di Benatia che libera Schick, fermato da Szczesny. In mezzo, una traversa di Pjanic in ripartenza: respiro nella sofferenza, ma la Juve resiste e rimane incollata al Napoli.