Quel boato. In quell'urlo liberatorio, salito al cielo tre volte, anzi quattro al fischio finale, c'era qualcosa di diverso. Non c'era solo la gioia per il trionfo che piano piano si stava profilando, c'era la consapevolezza che forse sta cominciando un'epoca diversa che magari non porterà titoli nell'immediato, ma certifica la grandezza di una squadra che a questo punto non deve temere nessuno, in casa e in Europa.
[...] La cartolina della trecentesima serata europea sta nel possesso palla gestito nel primo tempo e lasciato gestire nel secondo, sta nella capacità di sofferenza per il parziale ritorno del Chelsea dopo il vantaggio iniziale, sta nel boato al gol del Qarabag perchè a questo punto stiamo dentro la qualificazione e ci basterà battere gli azeri all'Olimpico per passare, sta nell'ennesimo zero alla voce reti subite (...) e sta, infine, nelle splendide parole di De Rossi che certificano quanto sarebbe stato evidente agli occhi di tutti se tutti avessero avuto voglia di guardare che razza di capolavoro sta facendo Eusebio Di Francesco
(Il Romanista - Daniele Lo Monaco)