IL FATTO QUOTIDIANO (V. BISBIGLIA) - “Lasciate riposare in pace Anna Frank”. È l’appello di Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma. Dopo la vergognosa iniziativa degli ultras della Lazio, che il 22 ottobre scorso hanno tappezzato la Curva Sud dello Stadio Olimpico di adesivi raffiguranti la ragazzina simbolo dell’olocausto con la maglia della Roma nell’intento di denigrare i rivali, la stessa immagine è stata utilizzata sul Web dai tifosi giallorossi all’indomani del derby vinto sabato scorso. Stavolta naturalmente quel volto non era un insulto ma quasi un tentativo di appropriarsene per prendere in giro i rivali. Anna con la cresta come Nainggolan (marcatore nel derby); Anna con la maglia di Osvaldo che segna nella sfida (poi persa) del 2011; Anna con la maglia della Roma che esulta e dà delle “pippe” ai laziali, nella vignetta di Mauro Biani pubblicata sul suo sito personale il 24 ottobre scorso, dunque ben prima della stracittadina. Basta a giustificare chi ha trasformato la celebre vittima della Shoah in un volgare meme? “È ora di finirla – ripete Dureghello – il suo sacrificio non deve essere utilizzato né per offendere, né per sfottere, né per deridere. Il messaggio che porta la sua memoria è ben più alto. Tutto ciò significa ucciderla di nuovo”.
Presidente Dureghello, è un problema del calcio o va ben oltre?
Con questi atti calpestano e strumentalizzano la cultura che abbiamo costruito negli ultimi 70 anni, un percorso un percorso di memoria e di memorie condivise. E questo non è accettabile in nessun contesto, ancor di più sportivo.
Non è forse un modo sbagliato per esorcizzare le tragedie del passato?
Siamo di fronte a un problema culturale importante e non posso pensare sia quello di esorcizzare qualcosa o mettere da parte le cose brutte del nostro passato. Ho timore che vi sia una generalizzata ignoranza e superficialità. Ed è quest’ultima, più di tutti, che mi preoccupa, perché questo è un mondo di apparenze, molto veloce, in cui la società corre sui messaggi e non riguarda solo una tifoseria o l’altra, ma diventa un problema di tutti.
Non c’è dunque alcuna differenza fra l’episodio in cui l’immagine è usata come un insulto e i successivi?
No. L’unica differenza è che alcuni fatti sono avvenuti all’interno di uno stadio, con una curva chiusa per razzismo, dove non dovrebbero entrare nemmeno i tappi delle bottiglie e gli altri in un contesto ben più incontrollabile come il web. Ma occorre anche riflettere sui possibili controlli per impedire che internet diventi veicolo di razzismo e antisemitismo. È noto il dato della diffusione di un post antisemita sul web ogni 83 secondi a livello mondiale.
A Marzabotto (Bologna), teatro della strage nazifascista in cui furono uccise 770 persone nel 1944, un calciatore dilettante ha esultato con una maglia che inneggiava alla Repubblica di Salò. Le reazioni non sono mancate. Siete allarmati per la mancanza di memoria dei giovani?
Sì. Scompaiono i testimoni diretti e una riflessione comune va aperta. Abbiamo una responsabilità nei confronti dei giovani e per questo mi ostino a denunciare il tema. Possiamo continuare a parlare degli ebrei morti e dobbiamo farlo con grande rispetto, ma non dimentichiamo che ci sono anche gli ebrei vivi, che sono cittadini come gli altri, e che dagli ebrei si parte per offendere anche gli altri, come insegna la storia.
Vede movimenti capaci di cavalcare questa “ignoranza”?
Sì, e sono anche numerosi, in una società in cui l’unico elemento che unisce è l’odio contro il diverso, questi hanno gioco facile. Per questo ribadisco che in contesti come lo sport, modello della società del Paese, tutto ciò va combattuto con la forza e la sinergia di tutti.
La Figc da una parte e le istituzioni dall’altra, stanno facendo la loro parte? O potrebbero fare di più?
Tutti possiamo sempre fare molto di più, come la Federazione, ma sono fiduciosa. Il governo, per quanto riguarda la diffusione dell’antisemitismo, deve continuare ad impegnarsi come ha fatto finora, alzando ancora l’attenzione.
A proposito: con il presidente della Lazio, Claudio Lotito, vi siete chiariti?
Io non ho questioni da chiarire, sono chiara e trasparente, il presidente Lotito se vuole sa dove trovarci.